Via della Mano Destra e Via della Mano Sinistra – Frank Tudisco
Sono due diverse vie, due percorsi che nascono con questa definizione in Oriente nell’ambito delle tradizioni tantriche: la Via di Mano Sinistra, il “Vama Marga” e la Via di Mano Destra, il “Dakṣiṇa Marga”. La denominazione di Vama e Dakṣiṇa, in India, indica l’origine geografica dei sampradāya, ovvero i sistemi dottrinali, i lignaggi spirituali, accademie o scuole iniziatiche di provenienza, nonché circuiti della conoscenza fondati sull’insieme dei testi canonici rivelati di ispirazione divina. Si tratta dunque di due percorsi basati su prospettive e tecniche differenti di intendere il cammino spirituale, il risveglio della coscienza, l’evoluzione dell’essere umano nella sua relazione con la vita e con lo Spirito, due differenti approcci, due modi a sé stanti di interpretare i Tantra1, che in sostanza hanno però la stessa finalità. Per raggiungere il Kaivalya2– condizione di “distacco” o “isolamento” dalla materia che consiste nell’abbandono definitivo dalle limitazioni dei pensieri – e successivamente il Mokṣa – ovvero la liberazione dal ciclo delle rinascite e la definitiva uscita dalla ruota del saṃsāra – si possono combinare diversi orientamenti dottrinali, ciò non implica affatto che uno sia migliore dell’altro. Il praticante è tenuto ad intraprendere una specifica via in rispondenza del proprio stato di avanzamento spirituale, autonomamente o a discrezione di una guida, un maestro, un Guru.
I Tantra sono un insieme di insegnamenti che nel mito vengono attribuiti a Śiva. Questa divinità elargisce tali insegnamenti alla sua śakti, la sua consorte mistica, la Dea Pārvatī. Questi insegnamenti hanno lo scopo di condurre ogni essere umano ad una piena realizzazione del sé, della propria creatività, della propria evoluzione sia materiale che spirituale. Per farlo, l’essere umano, deve risvegliare in sé quella scintilla divina, quelle facoltà perdute e profonde che lo riavvicinano alla propria natura reale, alla propria natura divina. In India, l’uomo è sempre stato immaginato come volto ad Est – il luogo del sorgere del sole. Dunque, attenendosi a questo presupposto, la mano sinistra indica il Nord e la mano destra indica il Sud.
Nelle tradizioni di Mano Sinistra, quindi quelle che giungono dal Nord dell’india, dal Pakistan, dal Tibet e soprattutto dal Kashmir, i Tantra vengono intesi in senso letterale. Mentre le tradizioni di Mano Destra, che giungono invece dal Bengala e dal Sud dell’India, mirano più ad una interpretazione allegorica. Siccome questi insegnamenti contengono delle componenti che riguardano anche la sessualità, dove l’uso della simbologia sessuale è ricorrente e l’unione delle coppie divine adombra il principio di congiunzione universale degli opposti, allora le vie della Mano Sinistra, che interrogano questi insegnamenti in senso più ortodosso, praticano l’erotismo sacro, la sessualità sacra, inteso proprio come rapporto sessuale. Il kamasutra indaga il corpo come uno straordinario tempio, un laboratorio alchemico in cui attraverso la sessualità vissuta, avviene la riscoperta della kundalini, l’energia vitale primordiale che ha natura divina. Le vie della Mano Destra invece, che conferiscono al mito una lettura di natura simbolica, non prevedono e anzi condannano le pratiche sessuali. Quando questi concetti provenienti dall’Oriente sono giunti in Occidente, hanno inevitabilmente subito una rilettura che li ha spesso distorti sino al punto di confluire in una degenerazione. Soprattutto se si pensa a quei principi indissolubilmente legati alla sessualità, che da Oriente sono giunti sin in Occidente attraverso la colonizzazione britannica in India, filtrati per cui da un’Inghilterra d’età vittoriana bigotta, fortemente moralista.
Il sesso è, ancora oggi in Occidente, il campo maggiormente disseminato di disfunzioni, insoddisfazioni ed eccessi. Oltre tre millenni di denominazione cristiana, giudaismo, paolinismo e gnosticismo, hanno finito per instillare nell’inconscio collettivo e persino del singolo che si ritiene libero da schematismi religiosi, l’idea di colpa ogni volta che si trae piacere attraverso il sesso. Qualunque pratica sessuale, autoerotica o condivisa, si trasforma in tabù, un sentimento proibito di cui non è lecito nemmeno parlare. Un sentimento, che agli occhi della fede viene visto come peccaminoso, sbagliato, sporco e cattivo, da tenere incessantemente sotto la soglia limite della sopportazione fisiologica e in ultima analisi considerato come qualcosa da correggere; pena l’Inferno o l’essere puniti dall’autorità divina. Ad attribuire questa declinazione anche in ambito esoterico, fu per prima Madame Helena Blavatsky3, che accostò i concetti di “bene” ai Tantra di Mano Destra e di “male” ai Tantra di Mano Sinistra. Questa assimilazione del concetto di Mano Sinistra legato al maligno, ovviamente non ha nessuna connotazione legittima a livello morale.
In realtà l’abbinamento sinistra-male e destra-bene ha origini archetipiche. Il sole, ad esempio, sorgendo ad Est, passa a Sud e tramonta ad Ovest. Quindi, il solo ed unico punto cardinale lasciato nell’oscurità perenne delle tenebre è il Nord, che secondo il principio per cui si consideri l’uomo sempre con lo sguardo rivolto ad Est, coincide con la mano sinistra. È inoltre risaputo che in epoche antiche, in cui una banale infezione poteva uccidere, era importantissimo distinguere che la mano destra e la mano sinistra svolgessero funzioni distinte. Ora, essendo la maggioranza degli esseri umani destrimane, si finì per santificare la mano destra e di riflesso demonizzare la mano sinistra. Questo retaggio si è riversato nel linguaggio, che a sua volta è finito per fissare dei cardini nell’inconscio collettivo. Nella lingua italiana, “destro” è sinonimo di destrezza, agilità, abilità, mentre “sinistro” è sinonimo di minaccioso, infausto, funesto o di cattivo augurio. Anche in altre lingue è così. In inglese “right” ad esempio, che sta per “destro”, significa anche giusto, corretto, diritto, mentre “left” che vuol dire “sinistro”, significa lasciato indietro e nella sua forma arcaica “lyft” anche maldestro, goffo, sciocco e folle.
Questa è un po’ la descrizione antropologica dei due percorsi. In Occidente queste due visioni condurranno successivamente ad un approccio filosofico anche molto diverso. Quello di Mano Destra, cui si può dire essere stato riletto in una chiave più ortodossa, verte su un approccio tipicamente devozionale, che tende comunque a rappresentare l’uomo come una creatura divina verso il quale esprimere la propria adorazione, se non sottomissione, che si estenderà anche alle chiese, alle istituzioni sacerdotali e alla cultura braminica, sino a concepire un annichilimento completo del praticante nei confronti di una religione rivelata o di una conoscenza dell’Assoluto – come spesso s’intende nel buddhismo letto volgarmente in Occidente. Col sentiero della Mano Sinistra, che invece è stato interpretato in una chiave più gnostica, si lascia intendere tutte quelle vie in cui il praticante, tende ad essere più indipendente da una struttura e quindi ad una conoscenza diretta dell’Assoluto, rimanendo identificato in se stesso, sull’essere umano e non come creatura divina, ma a sua volta come una divinità che in questo momento non è consapevole di se stessa, ma che può attraverso un cammino preciso riscoprire la propria scintilla divina, la propria divinità interiore, senza per questo assoggettarsi con atteggiamento fideistico ad una divinità trascendentale esterna.
Se si implica la teosofia come parte attiva di una degenerazione, gran mano la diede anche la misinterpretazione dei precetti thelemiti, tra cui il motto “Fai ciò che vuoi, sarà tutta la Legge” di Aleister Crowley4; precetti divenuti struttura portante di molteplici movimenti e correnti New-Age odierni. Per cui, la via della Mano Sinistra si è trasformata in un “Fai ciò che ti pare, non esistono regole”, essendo questa amorale per principio, che non richiede il bisogno di disciplina. Manifesto di questa deviazione, la santa trinità dell’edonismo, “Sesso, droga e rock’nroll”;mentre, la via della Mano Destra è diventata la via dei bacchettoni.
In realtà, il concetto è tendenzialmente opposto, la via della Mano Sinistra sottopone il praticante ad una maggiore disciplina. Uno dei rituali più importanti di adorazione della śakti è ad esempio il cosiddetto Vira-Marga5 o “Sentiero degli Eroi”, dove l’uso dell’energia sessuale o kundalini e del respiro, equivalente alchemico all’uso delle cosiddette Acque Corrosive6, possono seriamente rischiare di compromettere o rovinare l’Opera. Perché ciò avvenga senza pericoli, occorre che nel praticante ci siano le condizioni di centratura, equilibrio e radicamento tali da affrontare l’esperienza catartica senza subire danni psichici e fisicamente destabilizzanti. Al contrario, la via della Mano Destra è un sentiero che è molto più progressivo, in cui l’adepto viene portato gradualmente e guidato per mano da un Satguru.
Successivamente si deve notare un prominente influsso cabalistico, ad opera della letteratura post-talmudica e specificatamente della Cabala lurianica7, cui fa riferimento il testo di Gershom Scholem8. Un impianto filosofico su cui si basa l’origine del Male secondo molti cabalisti, che in realtà avviene in Geburah, una particolare sephirah che si trova nel Pilastro Sinistro dell’Albero Sefirotico. L’essenza della luce divina – Ein Soph9 – è per sua natura incompatibile con ciò che è delimitato, ciò causa, in un primo tentativo di realizzazione della creazione, la cosiddetta “rottura dei vasi”10. Questa rottura ebbe delle profonde implicazioni e condizionò l’essenza stessa della creazione e dell’uomo che ne fu posto al centro. Le kelippot, controparte oscura delle sephiroth e frutto di tale rottura dei vasi, rappresentano nel lurianesimo, le scorie, le forze del male presenti nel mondo e l’archetipo di tutte le rotture e lacerazioni successive. Da ciò ne è conseguito un concetto di Male non sradicabile dal concetto stesso di Dio, poiché nel monoteismo non può logicamente esserci un dualismo.
Non è difficile comprendere come talune ramificazioni ulteriormente deviate di queste scuole diventano dunque occasione di strumentalizzazione politica, dall’altra parte il delirio di certi satanismi. Nel suo “Magick”11, ad esempio, Crowley raccomanda che il Mago debba ricorrere all’infanticidio al fine di ricavarne del grasso umano con cui produrre candele o lampade da implementare nella tracciatura del cerchio rituale. Salvo poi nelle note a specificare che non si tratta di veri pargoli in carne ed ossa, quanto più all’uccisione o strangolamento dei pensieri sul nascere, cioè annientati prima che questi possano salire al livello della coscienza.
Chiunque intraprenda un cammino iniziatico, dovrebbe innanzitutto disporre di un impianto razionale solido oltre ad un’adeguata dose di buon senso – talida discernere quantomeno un qualsiasi precetto simbolico da un atto criminoso. La Via della Mano Sinistra e la Via della Mano Destra, sono oggi due locuzioni che in definitiva hanno ormai perduto la loro accezione originale. È sempre apprezzabile, però distinguere come siano stati intesi in senso originario e tantrico rispetto a come si interpretino oggi.
NOTE:
1Dalla radice etimologica indoeuropea TAN, “tendere”, più il suffisso “-tra”, che si usa per lo strumentale. Letteralmente traducibile come “strumento per tendere”, ovvero – il telaio;
2Il più alto traguardo nella pratica yogica – altrimenti noto come Mahasamādhi o DharmameghaSamadhi, a seconda di come viene chiamato dalle rispettive tradizioni – secondo SriMaharishiPatañjali (I – V sec. e.v.), filosofo indiano, fondatore del Rāja Yoga, a cui viene attribuita la paternità degli Yoga Sutra – saggio mistico fondamentale diviso in quattro sezioni che descrive gli otto stadi dello Yoga;
3Eléna Petróvna Blaváckij (1831 – 1891) medium russa naturalizzata statunitense, fondatrice della Società Teosofica;
4Edward Alexander Crowley (1875 – 1947), esoterista britannico e padre putativo dell’occultismo moderno;
5Uno dei rituali di adorazione della śakti in seno alle tradizioni ascetiche śivaiste dei Kapalika e successivamente degli Aghora;
6La “Via Umida”, contraltare della “Via Secca”, termine comunemente usato in Alchimia per indicare una sorta di terapia d’urto, ovvero quel complesso di tecniche e metodi estremi e sommamente rapidi – tra le quali l’assunzione di sostanze psicotrope e tutti quei comportamenti atti a favorire alterazioni della coscienza razionale – al fine di giungere, attraverso un “bagno” trasformativo solvente, all’individuazione del sé;
7Isaac ben Solomon Luria (1534 – 1572), rabbino e mistico rivoluzionario ottomano, è stato uno dei pensatori più importanti nella storia della mistica ebraica;
8Gershom Scholem, “La Cabala”, Edizioni Mediterranee, 1983 (p. 140). Gerhard “Gershom” Scholem (1897 – 1982), fu un teologo, matematico e semitista israeliano;
9Il “senza limite” o il “non limite”, l’infinito;
10Shevirat ha-Kelim;
11Aleister Crowley, “Magick: Liber ABA. Libro quattro. Parti I-III”, Astrolabio Ubaldini, 2021, p. 120.
APPROFONDIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Abhinavagupta, “Luce dei tantra: Tantrāloka”, Adelphi, 2017;
Alberto Brandi, “La via oscura: Introduzione al Sentiero di Mano Sinistra”, Atanòr, 2008;
Joseph Campbell, “Mitologia Orientale: Le maschere di Dio”, Mondadori 2002;
Gavin Flood, “L’Induismo: Temi, tradizioni, prospettive”, Einaudi 2006;
Gruppo di Ur, “Introduzione alla Magia, vol. II”, Roma, Edizioni Mediterranee, 1971;
Stephen Flowers, “I signori della Mano Sinistra”, Venexia, 2013;
René Guénon, “Studi sull’Induismo”, Fratelli Melita Editori, 1989;
Thomas Karlsson, “La Kabbala e la Magia Goetica”, Atanòr, 2005;
Claudio Marucchi, “Il Tantra dello ŚrīYantra: Il corpo umano reso divino”, Psiche 2, 2009;
Patañjali, “Yoga Sutra: Aforismi sullo Yoga”, Demetra Srl, 1996;
Swami Satyananda Saraswati, “Kundalini Tantra”, ed. SatyanandaAshram, 1984;
Gershom Scholem, “Le grandi correnti della mistica ebraica”
Frank Tudisco