Una russa a Montparnasse: biografia intellettuale di Maria De Naglowska – 4^ parte – Francesco Innella
Da Alessandria d’Egitto a Montparnasse
Maria De Naglowska si trasferì da Roma ad Alessandria d’Egitto e lì riuscì a riunire tutta la sua famiglia, tranne il marito sionista che si era risposato in condizioni di bigamia con una musicista ebrea. Si sposò un ingegnere svizzero. E in quel luogo la donna divenne conferenziera della società teosofica. La parola teosofia ( sapienza di Dio ) o ( Saggezza divina ) venne utilizzata per la prima volta dai “Settanta” che tradussero la Bibbia ebraica “binah” (comprensione, intelligenza ), ma fu la scuola fondata ad Alessandria d’Egitto da Ammonio Sacca ( 175 -242 d. c.) a farne un termine diffuso. La teosofia come la si intende attualmente, è il complesso delle conoscenze che stanno alla base di ogni religione, quegli insegnamenti essenziali comuni a tutte le religioni e che costituiscono quel comune denominatore e che permette di conciliare tutte le religioni mediante uno studio comparato. In breve gli insegnamenti teosofici sono le conoscenze del lato spirituale dell’uomo e delle grandi leggi della Natura dell’Universo che ne regolano l’esistenza. La Società Teosofica fu fondata a New York il 17 nobre 1875 per opera della nobildonna Helena Petrovna Blavatsky. I tre principi e scopi su cui si fonda la teosofia sono:
1) Formare un nucleo di Fratellanza Universale dell’Umanità senza distinzione di razza,sesso,credo,casta o colore.
2 )Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze.
3) Investigare le leggi inesplicate della Natura ed i poteri latenti dell’uomo.
I teosofi sostengono che la Verità va ricercata con lo studio, la riflessione, la purezza di vita, le devozioni agli alti ideali e considerano la Verità come una ricompensa alla quale mirare, non un dogma da imporre agli altri con autorità. I teosofi ritengono che la credenza deve essere il risultato dello studio individuale o dell’intuizione e non una sua premessa e che deve basarsi sulla conoscenza piuttosto che sulle affermazioni. I teosofi estendono la tolleranza a tutti, anche agli intolleranti, non come privilegio da conoscere, bensì come dovere da adempiere e cercano di rimuovere l’ignoranza non di punirla. I teosofi considerano ogni religione come un’espressione della Divina Sapienza.
La nobile russa, abbandonò l’Egitto e si trasferì a Parigi al quartiere di Montparnasse. La prima organizzazione urbanistica di questa popolosa zona ebbe origine con i programmi di espansione di Luigi XIV. Durante gli anni Venti e Trenta il quartiere rappresentò il punto di raccolta degli intellettuali che da varie parti del mondo si erano trasferiti a Parigi. Tra boulevard di Montparnasse e boulevard Raspail si incontravano Satre, Joyce, Henry Miller, Matisse, Modigliani i e Kandinskij. Lo scultore Bucher recuperò alcuni vecchi padiglioni dell’Esposizione Universale e ne fece atelier per artisti. E Maria De Naglowska stabilì il suo quartiere generale al ristorante la Coupole, dove incontrava i maggiori occultisti del suo tempo. Ogni mercoledì teneva conferenze esoteriche presso il suo studio al boulevard Raspil, 36 ed ogni sera si recava a Notre – Dame des Champs per effettuare esercizi di meditazione. Le sue conferenze erano sempre affollate ma poi si formò un piccolo gruppo di discepoli, di cui segnalo Marc Pluquet che scrisse la sua biografia, Lablatinière Claude, che poi si dedicò ai suoi studi alchemici e Camille Bryen., con loro la Naglowska costituì l’Ordine della Freccia d’Oro a cui diede il nome dell’omonima rivista La Fléche – Organe d’Action Magique.
Mentre l’esoterista russa animava le sue affollate conferenze alla Coupole, altri importanti personaggi frequentavano quel luogo agli inizi degli anni trenta. Salvator Dalì . Tristan Tzara e Diakonov Gala, la moglie del pittore spagnolo. Figlia di un’alta carica dell’amministrazione russa, di religione ortodossa fu musa e moglie prima di Paul Éluard poi di Salvador Dalí (1). Fu fonte d’ispirazione per il pittore catalano e per molti altri artisti, durante la loro residenza a Parigi ed in Spagna. Gala nacque come Helena Diakonova nella città di Kazan, sulle rive del Volga, tra le steppe del Tatarstan nella Russia centrale europea, da una famiglia di intellettuali. Tra gli amici della sua giovinezza vi fu la poetessa Marina Cvetaeva. Nel 1913 trascorse un periodo in un sanatorio a Clavadel, in Svizzera, per trattare la sua tubercolosi. Lì incontrò Paul Éluard e lo sposò pochi anni dopo, nel febbraio 1917. Traslocò a Parigi ed ebbero una figlia di nome Cécile. Gala (pseudonimo datole dal marito) venne coinvolta nel movimento surrealista come musa del poeta e consorte. Gala fu l’ispirazione per molti artisti includendo lo stesso Paul Éluard, Louis Aragon, Max Ernste n. Breton, l'”ideologo del surrealismo”, successivamente la trattò con disprezzo. Nel 1929 Éluard e Gala ed i loro amici, tra cui Bunuel visitarono un giovane pittore surrealista in Catalogna; Salvador Dalí. Presto cominciò la relazione amorosa tra Gala e Dalí, più giovane di 11 anni rispetto alla donna. Si sposarono civilmente nel 1932 e con una cerimonia religiosa nel 1958. Le venne praticato un intervento di isterectomia attorno alla data del primo matrimonio.
Salvador Dalí affermava che era la persona che lo aveva salvato dalla pazzia e dalla morte prematura. Infatti, dietro il suo genio artistico, si celava un uomo turbolento, insicuro e disorganizzato, ed era Gala che agiva come il suo agente, il tramite tra il genio ed il mondo reale. Nel fare questo ferì molte sensibilità, e venne accusata di comportarsi in maniera estremamente utilitaristica anche per il modo in cui gestiva gli affari, certamente fruttuosi anche in vita, del secondo marito. Gala ebbe molte relazioni extraconiugali, alle quali Dalí non si oppose, anzi, sembra le incoraggiasse, dato che egli stesso subiva il fascino del candaulismo e cercava di riempire di soddisfazioni una donna che era come una madre per lui. Lei aveva una predilezione per giovani artisti, e nella sua età matura spesso offriva costosi regali a quelli che le si accompagnavano. Nelle opere di Dalí, essa si guadagnò una posizione centrale nel pantheon delle più grandi e paradossali passioni d’amore che il mondo abbia mai visto. Gala veniva spesso usata come modello nei dipinti di Dalí, era anzi il Soggetto d’ispirazione del pittore, la sua principale modella ricorrente, qualche volta in ruoli religiosi come madonne, per esempio nel dipinto raffigurante la Madonna di Port Lligat. Numerosi dipinti di Dalí mostrano la sua totale sudditanza verso di lei (la pone infatti su un piedistallo). Gala morì in Spagna nel 1982 e venne sepolta nel castello di Púbol, nei pressi di Girona in Catalogna, che lo stesso Salvador Dalí aveva comprato per lei. E concludo questo capitolo con una riflessione. E possibile che le due donne, entrambe russe si siano conosciute nel ristorante francese ? Voglio immaginare che si siano incrociate e magari abbaiano pure parlato tra di loro, prima di dedicarsi ai loro diversi interessi..
La “ Magia sessuale “
Nel 1931, Maria De Naglowska pubblicò a Parigi la sua traduzione del libro di Pascal Beverly Randolph dal titolo :” La magia sessuale”. La traduttrice definì Randolph come una delle “grandi figure misteriose dell’occultismo del secolo XIX”. Egli sarebbe stato anche l’autore di vari romanzi –“ Astrotis”.”Dhoula Ball”. “She”. “Master Passion”. L’autore faceva parte della Fratellanza Ermetica di Luxor, ma da una scissione del gruppo, creò la Confraternita di Eulis Dopo la sua morte, divenne maestro della confraternita, nel 1922 il teosofo e rosacroce Clymer. Il testo ebbe la prefazione di Evola che pur tenendo presente che il libro aveva una funzione essenzialmente “ didattica “, in quando era rivolto ai fratelli di Eulis, si chiedeva quale fosse l’essenza e il fondamento della magia sessuale. “Qual ’è l’essenza e il fondamento della magia sessuale? Bisogna partire dall’idea riconosciuta da ogni seria tradizione iniziatica, che la possibilità di provocare per via estramorale, magica determinati fenomeni e di influenze leggi e processi è condizionata essenzialmente ( a parte, cioè un insieme di coadiuvanti di varia natura, rituale, carismatica, ecc. ) da uno stato speciale nell’operatore, stato che potremmo chiamare di “autotrascendenza attivo”. Si tratta di superare, con l’una o l’altra tecnica, i limiti della coscienza puramente individuale legata all’organismo fisico e il suo stato mentale che potremmo chiamare autotrascendimento attivo.
Considerando più da presso o se si vuole, più tecnicamente le cose, per giungere a tanto occorre destare e usare la forza del sesso nella sua dimensione più profonda, elementare, andante di là delle semplici sensazioni e dalla stessa concupiscenza carnale. Congiungendosi, in questo presupposto, con una donna, nello sviluppo dell’orgasmo e nell’apice di esso può determinarsi uno stato di apertura, il contatto che per la sua stessa natura può rendere possibili azioni a carattere magico e sovrannaturale” . Ma Evola criticò la concezione della polarità dei sessi espressa da Randoolph. “ Un insegnamento che nel Randolph appare abbastanza distorto riguarda la polarità invertita dei sessi. Egli dice che mentre l’uomo è attivo sul piano materiale e per quello che riguarda il suo sesso fisico, egli è passivo sul piano mentale e nella testa ( donde i segni + e – messi nei disegni degli schemi delle varie posizioni erotiche, contenute nel testo ). Il contrario varrebbe per l’altro sesso. Le cose stanno in modo alquanto diverso: la donna è attiva per quel che riguarda il suo naturale potere sottile e magnetico di fascinazione e di attrazione, l’uomo è passivo nella sua semplice virilità fisica concupiscente, che in genere subisce quel potere. Ciò vale sul piano profano, per l’uomo e la donna comuni. Ma il principio , per chi vuol darsi ad esperienze magiche ed iniziatiche, è proprio di invertire questa polarità: l’uomo deve realizzare la virilità spirituale, deve polarizzare in senso positivo e attivo la sua essenza su un piano superiore – a meno che non si tratti di operazioni nelle quali l’iniziativa viene lasciata essenzialmente alla donna e che quindi abbiamo quale sfondo di una specie di ginecocrazia, come negli antichi Misteri della Donna.”
Evola, poi conclude la sua prefazione con il segnalare di come l’autore si dedicasse alla costruzione di specchi magici. I principi magici di Pascal Randolph che si esplicano nel testo sono molteplici e c’è un occulto legame con la magia femminista della Naglowska, forse l’esoterista russa fu sicuramente influenzata da Pascal Randolf Il mago sessuale, nel suo testo inizia a delineare alcuni oscuri principi magici che riporto.
Il “ Volitismo”. “ Ogni allievo che intenda penetrare i misteri di Eulis e quelli anseiretici deve imparare , per prima cosa a dominarsi in ogni circostanza tanto da poter procedere lungo la via della sapienza come un signore e non come uno schiavo. “ I secondo principio è il decretismo. “ E’ la capacità che l’allievo in magia deve acquisire. E’ la capacità di promanare ordini ineluttabili di indurre in altri desideri, pensieri e sentimenti di provocare dichiarazioni verbali.Il “ Posismo”. “ La realizzazione plastica dello stato recettivo o emissivo mediante una posizione speciale del corpo e un corrispondente orientamento zodiacale
“Il “ Tirocletismo”. “ Il potere di evocare che permette di mettersi in contatto con entità invisibili, e assai difficile da esercitare”. E dopo l’esposizione si questi principi, il Pascal Randolph si addentra nella magia operativa, comincia ad analizzare l’uso di profumi, colori e suoni ed anche astrologici e descrive le principali operazioni magiche sessuali ed interessante è il capitolo conclusivo sugli specchi magici. “Ai giorni nostri molti occultisti non credono più nella possibilità di vedere in uno specchio magico personaggi e scene evocati da un mago.
Hanno perduto questa antica fede perché il loro sapere e le loro capacità sono insufficienti e non permettono loro di trovare, nelle esperienze tentate, la conferma di una possibilità reale”. Altri esperimenti di magia sessuale che non sempre riuscirono,furono praticati dall’ l’inglese Crowley, Il 3 settembre del 1914 egli realizzò il suo primo amplesso magico, in modo da ottenere una straordinaria forza d’attrazione per compiere nei migliori dei modi le pratiche magico – sessuali. Per il rito utilizzò Maria Maddingley che era una rispettabile donna sposata, fragile facilmente eccitabile. Crowley sostenne di aver praticato un coito “ altamente orgiastico” “ Io suppongo di aver ricavato un totale successo a giudicare da ciò che mi è occorso subito dopo.”In realtà questo successo non si ebbe, perché Crowley fece ricorso ad una prostituta di Piccadilly col la quale ebbe rapporti dalle 11 del mattino fino alle 22 delle sera, la donna rimase talmente soddisfatta da rinunciare al suo onorario. Una inaspettata malattia gli diede poi la possibilità di scrivere le sue esperienze sul diario magico, dove il mago inglese diede sfogo alla sua grafomania.
Francesco Innella