Antitesi tra dialettica del politicamente corretto e lingua taumaturgica –
“Quis ut Deus? Mikael” – Federico D’Andrea
Nei vecchi sigilli della Schola kremmerziana si vede raffigurato al centro di tre cerchi concentrici un Sole radiante contornato dalla scritta “Quis ut Deus? Mikael”. Una prima indicazione per comprendere il significato di tale simbolo la ritroviamo proprio nella spiegazione che il Kremmerz stesso dà della MYRIAM nel “Catechismo della Fratellanza di Myriam” (1):
“ MYRIAM è lo stato di purità verginale che fa nascere il CRISTOS miracoloso nell’uomo, cioè il VERBO DIVINO fatto carne, oppure è lo stato operante per amor fraterno (come nel simbolismo ebreo) che dà possanza alla verga del potente Mosè, il salvato dalle acque, cioè il principio divino mentale che regge in noi e dà legge a tutto il mondo dell’anima umana in ogni singola manifestazione interiore ed esteriore. [nota: … Il Cristo, figliuol di Maria, è lo spirito miracoloso detto divino che risiede in noi, ma che non si manifesta se la Maria, cioè l’anima umana perfetta, vergine e monda dalle sozzure, non lo concepisce.]
Comunque presa, Myriam è la mistica rosa dei Rosa-Croce, l’eterna manifestazione dell’amore che ci attira al centro unitario nel Dio, Centro Universale e Legge immutabile; – è l’àntera della rosa di cui tutta l’umanità è un’infinita distesa di petali olezzanti disposti in simmetria, come corone invaginate l’una nell’altra intorno al trofeo dell’armonia che tutte le cose universe collega e dispone; – è una Dea, cioè la parte muliebre del classico tipo ideale del Dio Androgino; creatore e fattore di tutte le forme e di tutte le specie, in un atto di amore generativo, fecondo, immenso, continuo, irresistibile, onnipotente”.
Ecco quindi un Centro attivo, radiante, in continua opera polluente di creazione armonica, agente su un campo che più è Vergine, più viene orientato verso l’Armonia Ammonia impressa dal Centro Solare stesso. In fisica si direbbe un campo di forza. Ecco Michael. Michael, in un altro simbolo presente in scritti kremmerziani riservati, è rappresentato dalla cifra 1 circondata da un numero infinito di 0; va ricordato che l’1 e lo 0 rappresentano rispettivamente il principio maschile ed il principio femminile nell’opera di creazione. Michael, ad immagine del Dio Androgino, compie opera di creazione continua. Il vero iniziato dovrebbe divenire un concreto Centro radiante attivo che compie opera di creazione continua sia sulla propria parte femminile (la Maria purificata) sia su tutto il suo campo di azione, generando armonia ed evoluzione.
A tal proposito scrive ancora il Kremmerz (2):
“Lo studio grande dell’iniziato è questo di impadronirsi della ragione scientifica del movimento generatore non teoricamente, ma praticamente immedesimandosi con la identica forza che i profani non percepiscono nell’unione e composizione dei principi attivi del fuoco agenti sui corpi circostanti, e praticarla. In differenti e più esplicite parole l’iniziato non è tale se non si impadronisce della potestà di alimentare in sé un centro di attività astrale (pirismo-magnetico-astrale) da accendere a suo piacimento nel suo interiore fluidico un principio generante le trasformazioni fenomeniche”.
Tali concetti, così magistralmente espressi dal Kremmerz, derivano dalla Tradizione Egizia. Nell’Egitto Faraonico veniva rappresentata la forza della generazione e dell’androgino attraverso tre Neter: Khem, Amsu, Min. Si riporta quanto scritto da S. Mayassis (3):
“Khem, dio itifallico, simboleggia la forza generatrice, la generazione, principio della rinascita, che sopravvive alla morte. Esso rappresenta la divinità nel suo doppio ruolo di padre e di figlio. […] “Io sono Khem-Horus, vendicatore del proprio padre, erede del proprio padre Osiride” (4).
Khem è una forma itifallica di Horus e, secondo un vecchi commento, Min è Horus, figlio di Osiride e le piume di questo ultimo raffigurano i due grandi urei che sono sulla fronte di suo padre Atoum. Amsu, Amsi è questo stesso dio itifallico, la potenza generatrice e fertilizzante: “Min è l’autore della sua propria nascita perché è il proprio fecondatore di sua madre; egli si genera da se stesso”. Questo è un altro modo di autogenerazione. Min nelle sue rappresentazioni è associato con lo scarabeo, simbolo della rinascita; esso è rappresentato come scarabeo itifallico. Ecco l’interpretazione di H. Gauthier:
“Io sono Khem-Min, la sua uscita è la sua nascita” come rifacendosi ad una sopravvivenza dell’antica festa tinita durante la quale si celebrava la “nascita” del dio Min. […] L’anima ha già precedentemente detto, per annunciare la propria rinascita, che essa fornica con se stessa, che essa è quella grande Benou–Fenice. Adesso essa giunge a questa metamorfosi, ma rilancia. Il superlativo della Fenice è il dio Khem itifallico; egli è il principio della rinascita che sopravvive alla morte; egli riveste il doppio ruolo del padre – Osiride – e del figlio – Horus – vendicatore di suo padre; egli non è più il simbolo-Fenice della rinascita, ma il dio stesso dell’autogenerazione, che esibisce la sua virilità in erezione”.
Nell’Egitto Faraonico esisteva inoltre la Cerimonia della Corsa. In una prima fase la regina o una sacerdotessa (rappresentante il principio femminile – lo 0) correva intorno al re, posto al centro (rappresentante il principio maschile – l’1). Si riproduce esattamente la cifra del Michael, l’1 circondato da un numero infinito di 0 (la regina che corre intorno). In una seconda fase il re stesso corre intorno alla statua del dio Min itifallico. Così il Mayassis spiega tali cerimonie:
“Durante la prima corsa rotatoria della regina o di una sacerdotessa, che assume probabilmente il ruolo della “madre” o del principio femminile in quanto madre, principio generante – e del re – nel ruolo di Min-Kamoutef – si opera il “mistero” della fecondazione, nell’oscurità, nell’occulto, metafisicamente, al di fuori dell’intelligenza dei mortali, che stimolerà o rinnoverà la vitalità fecondatrice della terra e della natura che si presume essere attentata dalla falce e dalla mietitura. Il senso dei giri del re attorno all’edificio del dio Min, dio itifallico della fecondità e della fertilità, è più difficile da spiegare, ma è verosimile che si tratti di uno scambio di emanazioni vitali e fecondatrici tra loro che stabilirà una equivalenza divina nella loro natura procreatrice, il re essendo considerato in Egitto come un procreatore eminente e responsabile della fecondità della terra. La regina che ruota attorno al re si ritiene che sia fecondata, avvolta, avviluppata dalle emanazioni maschili che essa assorbe dal re fermo al centro. In seguito il re si ricarica delle stesse emanazioni girando attorno alla statua del dio itifallico della fecondità e della fertilità”(5).
A conclusione di questo scritto deve essere posta l’attenzione affinchè le creazioni siano generate da una concezione pura, immacolata. Scrive a tal proposito ancora il Kremmerz:
“In magia la sola concezione pura o la concezione impura definisce l’applicazione e la tendenza dei riti grandiosi per la loro idealità e per la loro nefandezza. Nel positivo [il crescente lunare superiore] si ha la chiave di Iside o Immacolata Concezione. Nel passivo [il decrescente lunare inferiore] si ha la formula della corruzione della purità o Proserpina. Il Sole intelligenza è tra i due fattori. Il libero arbitrio umano è appunto in questa scelta, ma in magia operante, fatta la scelta, bisogna subirne le conseguenze. […] Penetrare nel limbo della purità superiore (crescente lunare superiore) è la via per pervenire; cadere nel decrescente lunare è la magia delle forme involute. […] Le pratiche degli stregoni e dei maghi neri (impropriamente chiamati maghi) non sono che false interpretazioni del principio primo della idea divina: così in essi si trovano riprodotti tutti gli elementi religiosi dominati alla rovescia. Il sacro è confuso col sacrilego. Lo spirito santo coll’ispirazione larvale. La purità con l’orgia”.
Questa conclusione sia di monito a quanti si avvicinano impreparati o con intendimenti non puri al segreto della genesi.
Note:
1 – Giuliano Kremmerz, La Scienza dei Magi – III Vol. – Ed. Mediterranee – pagg. 259-260;
2 – Giuliano Kremmerz, op. cit., – Vol. I – p.278;
3 – in “ Le Livre des Morts » – S. Mayassis – Ed. Archè – Trad. FDA – p. 155 e segg;
4 – Libro dei Morti CXLV, 75 – CXLVI, 6, 24;
5 – in “Mysteres et Initiations de l’Egypte ancienne” – Ed. Archè – Trad. FDA – p. 412-413;
6 – Giuliano Kremmerz, op. cit., – “La Scienza dei Magi” – I Vol. – 309 e segg.
Federico D’Andrea