Porta Prima: arcana vmbrarum regni – Frank Tudisco
DE VMBRARVM REGNI
NOVEM PORTIS:
Interpretazione simbolica ed esoterica del film “La Nona Porta” di Roman Polanski
“La chiave è elementare, le abbreviature sono simili a quelle utilizzate negli antichi manoscritti latini. Nella prima tavola, il senso è evidente per chi conosce un po’ il linguaggio ermetico. SI.VM E.T AV.VM. È, naturalmente, SILENTIUM EST AUREUM. Il silenzio è d’oro”.
Tuttavia, nella tavola originale illustrata nel romanzo di Pérez-Reverte, troviamo anche un altro motto: “NEM. PERV.T QUI N.N LEG. CERT.RIT.”, ovvero: NEMO PERVENIT QUI NON LEGITIME CERTAVERIT. “Nessuno che non abbia combattuto secondo le regole vi giunge”.
Partendo dal soggetto principale raffigurato in questo emblema, un cavaliere a cavalcioni del proprio destriero si dirige verso una città fortificata e conun dito sulle labbra, raccomanda prudenza o il silenzio.
Questa immagine del cavaliere, oltre a suggerirci le alte qualità morali compatibili con la cavalleria ideale, ci comunica anche l’idea di ricerca, mentre è intento a seguire una pista ben precisa lungo il proprio cammino. Il simbolo del cavallo ci riconduce invece all’idea di un animale in stretta relazione con l’essere umano – specialmente se contestualizzato alla storia dell’uomo più antico – in contatto con il proprio istinto, con quella capacità sensoriale irrazionale che, nel caso ci si perda, sia in grado di ricondurci nella strada verso casa.Il cavallo possiede il potere magico di attraversare i mondi e per questo il dio norreno Wotan lo monta per recarsi nel regno dei morti. L’abilità del cavallo di passare dall’una all’altra dimensione ne fa un animale iniziatico che accompagna il cavaliere negli altri mondi.
Si scrive “cavallo”, ma si legge Qabbalah. È una parola ebraica che indica lo studio dei significati nascosti nei testi sacri e gli ermetisti la usano per indicare il loro linguaggio segreto. Quindi, “cavallo”, significa anche linguaggio segreto e cavalieri sono coloro che lo conoscono e lo parlano. Il cavaliere è una figura alla quale viene affidata una missione superiore per importanza in qualsiasi compito quotidiano; un personaggio la cui azione deve essere nobile e regale, incidere sugli eventi e dominarne il corso.
Il cavaliere qui raffigurato ha grandi piume sul suo elmo, apparentemente pennacchi di struzzo, che nel simbolismo dell’araldica rappresentano calma e obbedienza. Una piuma simile appare nel copricapo del Matto in alcune versioni dei Tarocchi. Il pennacchio di struzzo era anche la piuma della dea egizia Ma’at, associata alla giustizia e alla verità. Nel mondo sotterraneo, Ma’at pesava il cuore del defunto controbilanciandolo a questa piuma e solo il cuore mitigato dal peso del peccato materiale sarebbe sfuggito dall’essere divorato da Ammit, il dio dalla testa di coccodrillo. L’elmo possiede un’allegoria bivalente, può nascondere o rivelare l’essenza di chi lo indossa, proteggendo la propria identità. L’atto di indossare la corazza, che assicura protezione, rappresenta il principioper cui egli difende la propria integrità.
L’essenza del viaggio non è spostamento, ma allontanamento; un periodo naturale di assenza, di esperienza, di rigenerazione. Il viaggio è avventura e ricerca, distacco dalle consuetudini, perciò occasione di prova iniziatica nel contatto con una realtà diversa e imprevedibile. Il viaggio devolve saggezza poiché, se correttamente condotto, porta alla scoperta del centro spirituale del proprio essere che coincide con quello del mondo.
“Rivolto all’adepto consiglia il silenzio con un dito sulla bocca… È il “tacere” dei filosofi dell’arte occulta.”
(Baronessa Frieda Kessler)
“Il silenzio è d’oro” e “la parola è d’argento”. Il silenzio è l’attenzione riflessa sull’ascolto di un messaggio divino, di un suono sacro che attiri a sé ogni capacità uditiva. Nelle pagine della Bibbia il sostantivo “silenzio” e il verbo “tacere” ricorrono oltre un centinaio di volte. Il contesto in cui queste parole vengono usate rivela che rimanere in silenzio è una virtù sotto almeno tre aspetti:
- Alle adunanze è importante saper ascoltare ed imparare;
- Quando veniamo ingiuriati, il silenzio è spesso la risposta più opportuna;
- Il silenzio favorisce la meditazione.
Sullo sfondo appare una città fortificata in cima ad un’altura. Una concezione simbolica comune a molti popoli è quella che la terra, laddove s’innalzi, viva. Simbolo d’una primitiva differenziazione nelle forme della materia, la collina o la montagna, non solo conservano il ricordo del potere divino che le distinse dalla piana sconfinata delle origini, ma vivono per la presenza di esseri sovrannaturali; Elfi e Nani trovano in esse la loro dimora. Il castello, ovvero la destinazione da raggiungere, ci lascia simbolicamente intuire la presenza di un tesoro nascosto e protetto tra le mura. La porta è chiusa, bisogna aprirla. La conquista del tesoro da parte dell’eroe a cavallo sarà dunque conquista di saggezza; esso infatti rappresenta altresì l’essenza divina celata nell’interiorità dell’animo umano e della quale si ottiene il possesso ed il dominio solo grazie ad un arduo processo di evoluzione spirituale. La sua conquista deve perciò avvenire mediante delle prove e delle lotte che rappresentano la capacità del cavaliere di affrontare i propri istinti regressivi e oscuri.
AT
Nell’incisione siglata “AT” il cavaliere conduce al castello provvisto di quattro torri
Nell’incisione siglata “LCF” il cavaliere conduce al castello corredato da tre torri
La differenza tra le due incisioni, in termini di numero di torri presenti nel castello, dirige la nostra attenzione sulla diversità, di significato simbolico, interposta tra i numeri 3 e 4. La distinzione classica suggerisce una dicotomia tra il livello trascendente o spirituale della realtà e il livello mondano o materiale. La divinità, di sovente,si esprime come concetto trinitario: la Santa Trinità, la Grande Triade, etc. –effige delle prime tre sephiroth che costituiscono il triangolo o Triade Superna nell’Albero della Vita cabalistico.
Il numero “quattro” riflette le qualità del mondo creato: le quattro direzioni, le quattro stagioni e i quattro “elementi” classici: Fuoco, Aria, Acqua e Terra. Ci sono anche quattro dimensioni per tutto ciò che siamo capaci di sperimentare nel mondo materiale, le tre direzioni spaziali: lunghezza, larghezza e altezza, più il tempo; il triangolo insieme al quadrato, suo corrispettivo geometrico, è il simbolo della manifestazione spaziale e dell’ordinamento della materia; la manifestazione ordinata di ciò che è terreno rispetto a ciò che è celeste. Il pieno possesso della vita e del mondo. Nella versione targata “LCF” della Prima Porta, il cavaliere si dirige verso un castello con tre torri, ovvero un’indicazione simbolica che il tesoro di cui è in cerca non è un tesoro di tipo materiale (quattro torri), ma trascendentale o spirituale.
Quindi, fin dall’inizio, la Prima Porta riassume come l’obiettivo finale possa essere sia materiale che spirituale, a seconda di quale percorso si sia intrapreso. L’iscrizione consiglia ai ricercatori che vogliono aprire la Prima Porta verso il cammino della Verità di seguire le Leggi della Filosofia Occulta con devozione e rispetto; pena, rimanere imprigionati nel Regno delle Ombre, dell’ignoranza e dell’egoismo.
Il gesto del “Silenzio” è un promemoria per gli apprendisti delle tradizioni di saggezza spirituale, ma non tutti, generalmente, sono disposti o sufficientemente preparati a comprenderne correttamente gli insegnamenti ricevuti. Se viaggiamo lungo l’Albero della Vita, colui la cui coscienza è ancora dominata dalla prospettiva dell’ego, rappresentata dalle sephiroth più basse dell’Albero, interpreterà tutto in funzione della visione stessa dell’ego. Assumerà quindi, che l’obiettivo della ricerca coinvolga il profitto personale e il dominio sugli altri; a meno che l’apprendista sia abbastanza saggio o fortunato, oppure condotto da unaguida qualificata, un Maestro, che lo aiuti ad intraprendere la retta via, evitando quindi questo punto di vista distorto.
Sebbene questa ermeneutica non esuli dal pensiero gnostico –erede dell’idealismo neoplatonico – dicui questa novella ermetica ne è pervasa, il viandante deve riguardarsi dal riporre fiducia nei confronti di presumibili rigidità dogmatiche – essendo la Natura amorale per definizione – e non cadere nella trappola delle rozze contraddizioni che sovente inimicano Spirito e Materia. Spirito e Materia sono facce della stessa medaglia che, come tutte le dicotomie, l’apprendista ermetico ha il dovere di equilibrare e riunire insieme in un processo di trasformazione evolutivo. Le iniziazioni misteriche sono tradizionalmente pensate per coloro che siano già disillusi dalla visione del mondo materiale dell’ego e che siano pronti a perseguire il tesoro spirituale che si trova lungo il sentiero “ascendente” dell’Albero. Nel film e nel romanzo, praticamente, tutti i personaggi tranne Corso, hanno qualcosa da dichiarare sulle proprie illusioni, su quale sia il significato nascosto delle incisioni, ma è solo Corso che, con l’aiuto della Vergine (Mercurio filosofico), il suo lato femmineo ed intuitivo, conduce serenamente il “vero” viaggio e alla fine riesce nell’impresa. Dean Corso non sa che quello che sta per intraprendere è un vero e proprio viaggio iniziatico, ma persino l’Inferno dantesco è suddiviso in nove gironi, Lucifero vi dimora in fondo al centro di essi e, come Dante, anziché Virgilio in veste di accompagnatore illustre, viene guidato da una donna misteriosa che lo indirizza al compimento della Grande Opera.
Quindi, tornando alla Prima Porta, per quanto concerne l’idea che sia necessario “combattere secondo le regole”, non tutti i cavalieri sono virtuosi e, per chi sia alla ricerca di un tesoro materiale o di un potere terrigeno (la versione di Torchia dell’incisione mostra un castello con quattro torri) o per chi fosse membro di una qualche setta, i cui fini siano altrettanto materialistici, possa considerarsi plausibile che, per “secondo le regole”, si possa intendere fare ciò che si voglia a prescindere, anche se a discapito altrui, esercitando intenzionalmente l’uso della violenza, commettendo omicidi – come nel caso di Boris Balkan o Liana Telfer, sacerdotessa dell’Ordine del Serpente d’Argento.
Ciò che possiamo trarre dall’analisi iconografica della Prima Porta è che Balkan sia immesso sulla strada suggerita dall’incisione di Aristide Torchia e che, in base alle decisioni ch’egli intraprende nel corso della pellicola, sia chiaramente convinto che seguire il suo libro personale delle regole sia il modo di “vincere”. Ma così come avverte il motto della prima incisione, “se si contende illegalmente, non si raggiungerà il vero obiettivo della ricerca”.Tali regole sono da riferirsi a quelle della Legge Naturale, della Scienza Sacra, da cui deriva la Filosofia Occulta.
Un’ulteriore analisi di confronto tra l’incisione litografica e la trama del film ci suggerisce, attraverso il suicidio commesso per impiccagione da Andrew Telfer, proprio all’inizio del film, che uno stile di vita solo ed esclusivamente materialistico, in fondo, non sia sufficiente di per sé ad incoraggiare ed accrescere la voglia di vivere. Questo è il dilemma finale affrontato dal cavaliere, nell’incisione firmata “AT” della Prima Porta, che viaggia in direzione del castello con quattro torri, simbolo del tesoro materiale del regno puramente materiale di Malkuth.
Dean Corso non incontrò mai Andrew Telfer, ma pur essendo “un uomo che aveva tutto”, non riuscì a trovare una ragione di vita abbastanza valida che gli permettesse di sopravvivere, lasciandolo perennemente insoddisfatto o addirittura disperato nonostante il suo successo materiale. Andrew Telfer fornisce un buon esempio per consentirci d’intuire quale possa essere lo stato di coscienza di una persona che, ad un certo punto della propria vita, possa sentirsi obbligata a ricercare un tipo di tesoro spirituale. La mentalità di Corso, all’inizio del film, sembra avere molto in comune con il tipo di visione cupa che apparentemente spinse Andrew Telfer a suicidarsi.
L’unica cosa che sappiamo per certo è che prima di uccidersi vendette la copia del libro che originariamente comprò per la moglie Liana,pur ben sapendo quanto lei lo apprezzasse. Possiamo dunque dedurre che la Baronessa Kessler avesse ragione quando ribadì a Corso: “Liana ha usato i suoi dollari per restaurare il castello e comprare “Le Nove Porte”, se lui dovesse mai scoprire a che si dedica la moglie in queste riunioni (dell’Ordine del Serpente d’Argento), probabilmente si ucciderebbe”.
Anche Corso potrebbe aver avuto ragione quando affrontò Liana al castello: “Lo ha fatto (venduto il libro)per vendicarsi di te? Che è successo? Ti ha beccata con l’albino?”.
Sembrerebbe che Liana sia riuscita a far innamorare Andrew di lei per poi sfruttare la sua fortuna e tradire la sua fiducia. Dunque, a quanto pare, che sia stato un fallimento d’amore a spingere Andrew ad uccidersi.
All’inizio del film, Dean Corso vive in un appartamento abbastanza anonimo, non sembra particolarmente preoccupato delle circostanze, apparentemente non ha alcun interesse amoroso nella sua vita e manifesta segni di dipendenza, essendo un fumatore accanito, bevendo non solo per svago, ma anche semplicemente per riuscire a far fronte alla situazioni che gli capitano. Ammette a Bernie (amico libraio) di aver “fregato” un altro libraio (Witkin), sopravvalutando deliberatamente il valore di una collezione, una meschina crudeltà che non gli ha portato alcun profitto se non la soddisfazione di sapere che ha reso la vita più difficile al suo concorrente.
Bernie: “Ho appena riattaccato il telefono, era Witkin. Sta sputando bile.”
Corso: “Davvero? Che problema ha?”.
Bernie: “Seh, ha detto che sei doppiogiochista, arraffa-soldi e bastardo! Credeva di avere già in tasca l’affare. Ha detto che gli hai rovinato il progetto.”
Corso: “Beh, doveva svegliarsi prima!”.
Sebbene Corso avesse un rapporto congeniale con Bernie, non cede un millimetro quando Bernie gli chiede amichevolmente una percentuale maggiore di guadagno sulla vendita del Don Chisciotte di Ibarra.
Bernie: “Venti percento? Lo svizzero è un cliente mio”.
Corso: “Niente da fare”.
Bernie: “Quindici? Per amor dei miei figli!”.
Corso: “Tu non hai figli!”.
Bernie: “Sono ancora giovane, dammi tempo!”
Corso: “Dieci”.
Corso praticamente non sorride mai e sembra passare la maggior parte del tempo a occuparsi dei suoi affari e a bere. Quando Balkan biasima Corso di non aver amici, questi risponde: “Allora siamo in due”. Sembrerebbe che Corso abbia una visione piuttosto cinica della vita, non pare tragga soddisfazione, né particolare interesse da nulla in particolare nella vita e mostra chiari segni di depressione. Quando Balkan gli chiede: “È un uomo religioso, signor Corso – voglio dire, lei crede nel soprannaturale?”. Corso risponde: “Io credo nella mia percentuale”.
Andrew Telfer ha posseduto quel libro per anni, sebbene non abbia mai scoperto la vera natura del suo contenuto. Corso, invece, si mostra sufficientemente propenso a cambiare attitudine, adattandosi al cambiamento, tanto da diventare – quando il libro incrocia il suo cammino –ilcatalizzatore di una serie di eventi misteriosi così intriganti, da porlo – sul sentiero dell’Albero della Vita – verso una direzione mistica ascensionale. Dean Corso non è ancora cosciente di essere in procinto d’intraprendere un vero e proprio viaggio iniziatico e questo è il primo passo fondamentale di un percorso che lo condurrà, per la prima volta nella sua vita, ad un sodalizio consapevole con il suo Angelo Custode o Sé Superiore.
L’incisione della Prima Porta è anche la prima mostrata nel film, quando Balkan si trova all’ultimo piano, sede della sua biblioteca privata e Corso decide di accettare l’incarico di rintracciare le altre due copie del libro e sta per incamminarsi nel viaggio che lo condurrà infine all’apertura della Nona Porta.
Come già anticipato, la Prima Porta può essere associata alla sephirah più bassa dell’Albero, Malkuth, nota anche come “Il Regno”, ovvero il regno materiale in cui ci troviamo. Coloro che seguono il percorso simboleggiato dalla versione “AT” dell’incisione, cercheranno qui il loro tesoro materiale. Coloro che invece seguiranno la versione “LCF” protenderanno alla cima dell’Albero come obiettivo della propria “missione”checi condurrà all’analisi dell’incisione successiva, la SECONDA PORTA…
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FONTI E APPROFONDIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Arturo Pérez-Reverte, “Il club Dumas”, Rizzoli, 2014;
Francesco Colonna, “HypnerotomachiaPoliphili”, Adelphi, 2004;
Friedrich Nietzsche, “Genealogia della morale: uno scritto polemico”, Adelphi, 2017;
Gianna Chiesa Isnardi, “I Miti Nordici”, Longanesi, 1991;
Giordano Bruno, “Cabala del cavallo Pegaseo”, Rizzoli, 2013;
Johann-Valentin Andreae, “Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz”, SE, 2014;
René Guénon, “Il Re del Mondo”, Tiphereth, 2016;
René Guénon, “Simboli della Scienza sacra”, Adelphi, 1990.
Frank Tudisco