MITO e SAPIENZA in ARTE ORAFA – Valentina Cagliesi
In occasione di MYTHOSLOGOS 2022, Rassegna sulla sapienza, la filosofia, l’arte e la cultura dell’antichità greco-romana, si è tenuta la mostra espositiva di arte orafa ispirata al Mito e alla Sophia di VERBAUREA, nella preziosa cornice dell’Atelier “Nuova Eleusis”a Sarzana.
Nota introduttiva di Angelo Tonelli
«CHRYSOSOPHIA
(ma anche argyrosophía o elektrosophia) mi viene naturale definire l’arte orafa di VERBAUREA: sophía ovvero sapienza tradotta in forme auree, argentee o di elektron, la lega antichissima d’oro e d’argento già oggetto dell’attenzione di uno dei maggiori alchimisti tardo ellenici, Zosimo di Panopoli. Saldamente radicata nella nobilissima tradizione dell’oreficeria (e in generale della cultura e della spiritualità) etrusca, Valentina Cagliesi ha distillato nel corso degli anni una visione profonda della sapienza greca, in particolare di Parmenide, Eraclito, Empedocle, cogliendone il contatto sia con lo sciamanesimo delle steppe, dagli Sciti ai Mongoli, che con l’Oriente, e ne trasferisce in parole cesellate folgorazioni, archetipi e simboli percorrendo con sguardo originale anche le vie del mito. E così, a cavallo tra Etruria, Grecia, Iperborea, Scizia, Roma e le altre lande del pensiero e dell’immaginazione mito-sapienziale, VERBAUREA costruisce con eleganza e leggerezza pari alla profondità dei contenuti, monili-talismani, condensazioni luminose di alchimie che fondarono la dimensione più viva della nostra civiltà e costellano l’Anima Mundi.
Araldi fascinosi di una materia spiritualizzata in monili parlanti, auraticamente circonfusi di cháris e habrosyne.»
VERBAUREA: Il percorso dell’Ispirazione
“Che i miti siano divini è conclusione che può trarsi da chi ne ha fatto uso. Tra i poeti, gli ispirati; tra i filosofi, i migliori; chi istituì i misteri come, infine, gli dei stessi negli oracoli si sono serviti dei miti. […]
Perciò: secondo il dicibile e l’indicibile, il nascosto e il manifesto, il palese e il segreto, i miti imitano gli stessi dei. […]
Anche il mondo infatti può essere detto un mito, poiché in esso corpi e oggetti si manifestano, mentre le anime e le intelligenze si nascondono.”
“E queste cose non avvennero mai, ma sempre sono: l’intelligenza (nous) le vede tutte insieme in un istante, la parola le percorre e le espone in successione”
(Salustio, “Degli Dei e il Mondo”, dal cap. 3, 4*).
VERBAUREA si manifesta come un microcosmo creativo che ha scelto -o forse sarebbe più esatto dire che a scegliere è stato il suo stesso Daímon, secondo il folgorante ammonimento eracliteo- l’Arte Orafa per ri-vivere e re-interpretare ancora una volta e sempre, la potenza e la pregnanza abissalmente significanti del Mito e della sua sapienza. Vi si racconta di gioielli parlanti nei quali frammenti di parole auree -come scintille prometeiche rubate al fuoco sacro e fecondo del Mito, della Sapienza e della Poesia-rinascono plasmate simbolicamente in Monili Unici, “talismani” originali, dall’aura incantatrice e senza tempo.
Mito dunque come ispirazione originaria e veicolo simbolico privilegiato della Sapienza, della radice spirituale che è anche alla base del nostro linguaggio artistico in quanto civiltà e che, tra immagine e parola, infinite strade offre da percorrere indicando in essenza sempre un unico, intimo e corale, cammino di disvelamento. La nostra ispirazione artistica si radica nell’ardore, nell’amore, nello slancio unico del “Thumos” -per evocare un nostro riferimento assoluto, Parmenide- verso ciò che sentiamo “originario” e perciò imprenscindibile come nutrimento dell’anima, ritenendone essere la fonte di ogni autentica originalità d’espressione. La gioielleria arcaica tutta -sia occidentale che orientale- nasceva come una modalità precisa di coniugare la dimensione sacra magico-simbolica del gioiello-talismano con l’anelito demiurgico all’arte, alla bellezza: linguaggio visuale sorgivo e sacro per additare il miracolo dell’affioramento esteriore di una dimensione tanto immanifesta quanto fondante e fecondante l’esistenza.
Il Monile così concepito, é prima di tutto e fondamentalmente indizio d’appartenenza -ed espressione ammaliante, sì- a certi valori e radici spirituali, prima ancora che prosaicamente l’ostentamento di uno status sociale o semplicemente dell’estro giocoso personale, puramente estetico e ornamentale, come pare essere ad oggi quasi definitivamente relegato. Infondo la Divina Peithò, il volto incantevolmente persuasivo della Dea primigenia che plasma il mondo proprio come si predisponesse ad ornarsene, si accompagna ad Aletheia -a Verità- a Disvelamento e Rivelazione, secondo i versi sacri della rivelazione Parmenidea.
(Creazione Unica ed Esclusiva, realizzata interamente a mano con tecniche miste di cesello, sbalzo e incisione, forgiata in Argento Naturale e Oro)
VERBAUREA altro non è così che un infinitesimo, luccicante frammento di questa visione, e nel Sogno della Realtà sogna ancora di potersi magicamente vestire e abbellire, intimamente “arricchire” di Miti; di far balenare, nella luce seducente di un gioiello artistico così concepito, schegge luminose di un orizzonte di senso in cui la verità costituente il “cuore inconcusso” della realtà ultima, mantiene ancora saldamente annodati a sé la Bellezza e il Gioco, ma non come frutti derivati e superficiali, quanto piuttosto come espressioni connaturate allo splendore del manifestarsi del Mondo e della Psiche umana, polarità misteriosa e inscindibile.
A siglare in un nodo magico quest’orizzonte di vita, realtà-sogno e instancabile ricerca, abbiamo posto il Serpente Aureo, l’Ouroboros di tradizione immemore, rappresentandolo nel nostro Logo. Riavvolto perennemente nella sua spira, riallacciandosi nel morso alla sua stessa coda, compiendosi nel proprio inarrestabile circolo virtuoso, mai pago di vorticare in sé proprio come il Cosmo visibile di cui è pure una delle più antiche simbolizzazioni, l’Ouroboros genera costantemente il nuovo, il presente, inglobandovi, trasmutata, la preziosa eredità del passato. “Tradizione e Originalità”: sono questi gli occhi ardenti del nostro Ouroboros aureo attraverso cui guarda al Mondo l’estetica vena creativa di VERBAUREA, ammaliata e rapita da tutte quelle cose che, dunque, “non avvennero mai ma sempre sono“.
Tra L’Essere e l’Apparire ricerchiamo l’Apparire dell’Essere.
Nota sulla Lavorazione
La tradizionale lavorazione a “microfusione” o anche detta “a cera persa”, di cui per lo più VERBAUREA si avvale, è una tecnica basilare dell’arte orafa fin dall’antichità. Questo tipo di procedura esalta pienamente l’originalità dell’idea e l’unicità della creazione: ogni nostro gioiello, dopo essere stato concepito e così plasmato e fuso, viene poi sapientemente architettato e rifinito al banchetto -la postazione classica del mastro orafo- secondo tutti i crismi dell’oreficeria artigianale e le sue diverse tecniche di finitura. Tutte le collezioni VERBAUREA possono essere realizzate in ORO (750°°° -18KT-) e in ELETTRO (in lega d’Argento e Oro) solo su commissione, mentre le presentiamo al pubblico declinate in ARGENTO Naturale (925°°°)o placcato Oro (18kt). ]
Valentina Cagliesi