La Ricerca del Sé – Stefano Mayorca
La Natura cela, al suo interno, leggi arcane riconducibili alla Conoscenza Suprema e al più grande dei segreti, la materia unica da cui tutto si genera. A tale proposito, il poeta francese Charles Baudelaire (quasi certamente iniziato alla Sacra Arte alchimica), amava definire la Natura in questo modo:
“Un tempio dove colonne vive lasciano a volte uscire confuse parole; l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli…”.
La sua genesi è connessa con la discesa agli inferi simboleggiante la ricerca del Sé. Questa ricerca, presente in tutte le civiltà, altro non è che la discesa nella materia, l’aspetto organico pesante che mediante il viaggio nelle regioni oscure rinascerà, tornando a rivedere la Luce. La discesa è una prova impegnativa, ma necessaria. Al pari delle gemme incastonate nel sottosuolo, l’uomo risale dagli inferi, rutilante di Luce, avvolto dalla nuova pelle, mondato da ogni scoria come è scritto nel Libretto della Pietra:
“Prima componiamo, poi decomponiamo, quindi sciogliamo la materia decomposta, purifichiamo la materia scissa e la fissiamo. In tal modo dell’uomo e della donna sarà una cosa sola” (Libretto della pietra, 1778).
Questo processo intimamente legato alla Pietra Filosofale, è il cuore di ogni cambiamento, come suggerisce anche il sommo esoterista del XIX secolo, Eliphas Levi in un suo testo, in cui affermava che la Pietra è:
“… nell’ordine divino la vera scienza universale, dalla base quadrata, solida come il cubo, assoluta come la matematica; nell’ordine naturale la vera fisica, quella che deve rendere possibile per l’uomo la regalità e il sacerdozio della natura, facendolo re e sacerdote della luce che perfeziona l’anima e rifinisce le forme, trasforma i bruti in uomini, le spine in rose e il piombo in oro”.
Riprendendo il programma della trasmutazione del piombo profano in oro iniziatico, gli ermetisti hanno dato vita a rituali conformi alla più pura tradizione. Queste cerimonie pongono in luce una saggezza che solo pochi sono in grado di interpretare. Attraverso tali riti, poco a poco emerge la fulgida luce interiore: il Logos, ovvero il Pensiero-ragione che corrisponde al Fanciullo filosofico che è in stretta analogia con la dottrina ermetica, il Dio interiore che viene risvegliato mediante le operazioni allegoriche del Magistero dei Saggi e le prove prescritte dalla pratica magico – trasmutativa. Solo così si può pervenire alla conoscenza segreta, perché in noi esiste il germe della Ragione divina. Dietro a queste operazioni si nasconde un segreto incomunicabile, un sapere senza tempo e una misteriosa energia magnetica… Energia che potremmo definire di tipo vibratorio, come viene enunciato dalla dottrina ermetica:
“Nulla è in quiete, ogni cosa si muove: ogni cosa vibra”.
Il principio appena esposto fu proclamato migliaia di anni fa dai sapienti dell’antico Egitto e oggi la scienza moderna conferma il senso di tali parole. In base a questo assunto, le differenze che intercorrono tra le diverse manifestazioni della materia, dell’energia, della mente e anche dello spirito, risultano scaturire dai diversi quanta di vibrazione. A partire dal Tutto (formato da puro spirito), sino alle forme più grossolane di materia, tutto vibra. Quanto più alta è la vibrazione tanto più alta è la posizione sulla scala della spiritualità. Possiamo dire a riguardo che la vibrazione dello spirito è costituita da un tale grado di intensità e di rapidità, da sembrare praticamente in quiete, alla stregua di una ruota che gira tanto velocemente da apparire priva di movimento.
Dall’altra estremità di questa scala ideale vi sono le forme grossolane di materia, le cui vibrazioni sono talmente basse da rasentare l’immobilità. Le parole che seguiranno, legate alla conoscenza ermetica e iniziatica, esprimono perfettamente il concetto di unità espresso dalla legge enunciata:
“Mentre tutto è nel Tutto, è egualmente vero che il Tutto è in tutto. Colui che ben comprende questa verità possiede un grande sapere”.
Stefano Mayorca