Intelligenza Artificiale: spunti di riflessioni ermetiche – Giada Santoro
29/11/2024
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Il nostro Universo è un concentrato di materia in movimento, tutto si muove, dalla più piccola parte di atomo al più immenso sistema galattico. La danza della materia parte dalla vibrazione stessa di cui essa è composta e che manifesta prima di tutto il piano fisico della realtà. L’irraggiamento della vibrazione pur manifestandosi nella materia in primis, deriva da un’impulso primigenio, che nella tradizione dell’ermetismo viene identificato con l’impulso di una “mente” superiore che avvia la vibrazione. La filosofia ermetica esplora la realtà e ne estrapola sette principi, questi principi sono descritti nel Kybalion. Se ci atteniamo al Principio di Corrispondenza: così in alto così in basso, questo principio può aiutarci a mettere in relazione il macrocosmo con il microcosmo, la Mente superiore con la mente umana. Questo principio si spiega bene nella produzione del suono vocalico, nel canto e nella voce umana più in generale. Le corde vocali si adducono nel momento e nella modalità funzionali per cui il suono viene pensato. Il pensiero guida le corde vocali e i muscoli necessari alla fonazione nell’assumere la posizione ideale per cui successivamente, con il passaggio dell’aria tra le corde vocali, avviene l’effettiva produzione del suono. Di fatto la mente agisce sullo spazio-tempo per generare il suono. Quando si genera quindi la vibrazione? Quando pensiamo il suono o quando effettivamente si manifesta sul piano fisico? Possiamo immaginare una fonte universale da cui la vibrazione della materia viene prima immaginata e poi irraggiata attraverso i vari piani della realtà? E se anche questo pensiero, generasse un eggregore?
Nel Kybalion, testo che espone i principi della filosofia ermetica, il primo principio è: Tutto è mente. Tutto si genera dal pensiero. Questo pensiero come agisce? Per fare un esempio comprensibile: quando noi portiamo alla luce un ricordo, la nostra mente richiama quel pensiero da uno stato di realtà non tangibile, che, tuttavia, agisce sul nostro corpo a livello neurofisiologico, attivando diverse aree del cervello e stimolando alcune reazioni fisiche, in alcuni casi anche emotive e posturali, che diventano un filtro attraverso cui la realtà si piega. La semplice azione di portare attenzione ad un determinato particolare di ciò che ci circonda può effettivamente trasformare la nostra percezione della realtà, su questo principio si basa tutta la pratica della comunicazione efficace e le tecniche della PNL, ovvero, un’intensa ristrutturazione dei filtri con cui ci interfacciamo con la realtà. Attraverso le parole che scegliamo per descrivere la realtà, agiamo sul sistema fisio-psicologico. Il ricordo infatti agisce su un piano che non è direttamente fisico, eppure lo influenza lasciando addirittura il presente come sfondo, nel caso sia particolarmente intenso. Lo spazio-tempo stesso viene deformato grazie all’azione della nostra mente. La nostra realtà è quindi frutto dell’azione costante della nostra mente, sia che il processo sia consapevole, sia che non lo sia. La nostra mente è capace di creare ciò che percepiamo come reale ed in definitiva ciò che conosciamo come esperienza di vita. Tanto più la nostra mente sarà capace di comprendere vari livelli e ampiezza esistenziale più la nostra vita sarà sfaccettata e sfogliata. Immaginiamo la nostra vita come una brioche di pasta sfoglia: se lavorata con maestria, equilibrio e precisione, sarà fragrante, ben aerata, leggera etc, altrimenti sarà una massa molliccia immangiabile.
Come si raggiunge la maestria nella lavorazione della nostra mente?
In questo Universo in continuo movimento e con una mente capace di piegare lo spazio-tempo a nostro piacimento, abbiamo un immenso potere che teniamo inconsapevolmente tra le mani. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.” (sentite la musica epica in sottofondo?). Almeno su questo, la saggezza pop ci viene a dare un precetto fondamentale. La nostra mente è una responsabilità, più precisamente la nostra mente è una responsabilità. Le funzioni della mente sono infinite, la creazione richiede flessibilità e velocità, ed anzi più immaginiamo di non avere tempo, più la nostra mente tende a velocizzare i processi. Provate a ballare, o suonare uno strumento quando vi si richiede di eseguire molti passaggi in un tempo moderato, all’inizio tenderete a sfuggire, ad andare avanti, di fatto ad arrivare prima del giusto tempo, e, successivamente quando ripeterete il passaggio, arriverete tardi. La mente (ed il corpo di conseguenza) necessita di tempo per imparare a gestire sé stesso nello spazio-tempo in relazione all’esattezza del movimento mentale e fisico. Accordarsi al giusto tempo, lavorando sul ritmo è ciò di cui si occupa il quinto principio del Kybalion, il principio del ritmo ed è il motivo per cui è fondamentale addestrare la mente al tempo, ed al ritmo. La nostra mente lasciata a briglia sciolta tende all’entropia, come del resto l’universo stesso. Da millenni l’umanità inventa metodi per addestrare la mente e imparare a divenire creatori consapevoli ed attivi della realtà.
L’universo e la natura della realtà sono condensati nel movimento, un movimento che a tutta prima sembra sfuggire al nostro controllo ed alla nostra percezione, tuttavia la nostra percezione del movimento, ovvero della vibrazione dell’oscillazione è sotto il nostro controllo, ed è per questo che l’allenamento all’immobilità è la pratica che dobbiamo sviluppare per imparare a concentrare la nostra mente a piacimento su un solo particolare o sull’immensità. Chi ha una certa familiarità con i chakra, ovvero i centri di energia all’interno del corpo umano, sa che i primi quattro chakra sono legati ai quattro elementi alchemici: Terra, Acqua, Fuoco ed Aria, mentre i successivi tre sono legati a elementi fisici più sottili. Nel corpo la formazione dei chakra non avviene tutta insieme.
Il primo chakra detto della radice, si sviluppa nei primi mesi di gestazione, ma non arriva a maturità fino ai tre anni di vita. Il primo chakra, legato alla Terra, è la prima manifestazione della nostra energia, quella fisica, quella che ci permette di vivere nel piano materiale e di interagire con il piano fisico della realtà. Il neonato ed i bambini piccoli, interagiscono attraverso il corpo, iniziano a sviluppare gli organi di percezione già da dentro la pancia della madre e proseguono poi dopo la nascita. Sappiamo che i feti sviluppano gli organi dell’udito e del tatto per primi, poi la vista, odorato e gusto sono fasi che necessitano di essere accompagnate dalle giuste cure parentali. Le varie fasi di cura, come l’allattamento, lo svezzamento, il movimento in posizione eretta, sono fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo del bambino. Il nostro corpo è quindi il primo mezzo da rendere adatto all’interazione con la realtà. Il nostro corpo che evolve da molto tempo necessita di essere sviluppato armoniosamente, gli antichi dicevano Mens sana in corpo sano; andando a scavare nel lato più esoterico della realtà di questo detto: ci viene suggerito che attraverso la cura del corpo ed il suo addestramento, la nostra mente diventa sana, ovvero intera, integra e connessa con le sue capacità creative innate che devono, passando attraverso i processi psico-alchemici, raffinarsi.
Proprio perché il primo chakra è legato al mondo del corpo fisico, è quello con cui entriamo in contatto per primo e sarà anche il primo a chiudersi al momento della fine della nostra esperienza di vita così come la consideriamo, il corpo è il primo strumento che si usa per addestrare la mente. Raggiungere il controllo del corpo, dai muscoli più superficiali a quelli più profondi è uno dei mezzi per imparare a liberare la mente insegnandole la calma e l’immobilità e successivamente la creatività. Praticare delle discipline fisiche, ma ovviamente anche suonare uno strumento musicale, dipingere, scolpire, fare esperienza di ballo sono tecniche ideali per imparare a raffinare il corpo e la mente insieme, insegnare la disciplina e lo stato di flow che appartiene allo stato della mente creativa. Nello Hatha Yoga questo precetto è codificato da millenni, piegare il proprio corpo nelle Asana e mantenere il silenzio interiore, rilascia e libera energia cinetica (gambe che tremano, respiro trattenuto, smorfie facciali possono capitare ma via via che la pratica aumenta, succede sempre meno frequentemente) e libera quindi il potere del silenzio interiore e dell’immobilità della mente lasciandole lo spazio creativo per modellare la realtà consapevolmente. In un universo in continuo movimento e che tende all’entropia, l’immobilità è un lavoro contro natura, che passando attraverso la flessibilità, la forza, l’equilibrio favorisce il raggiungimento dello spazio interiore necessario alla vera capacità creativa della mente. La nostra mente infatti, lasciata all’entropia, viene distratta da qualsiasi piccolo rumore, movimento e diventa la peggiore prigione in cui rinchiudere i confini della propria esperienza. Coltivare il silenzio, chiudere gli occhi, stare dentro di sé, ad agio nel disagio che i primi tentativi di meditazione portano necessariamente, è il lavoro contro-natura che ci garantisce di procedere realmente nella creazione consapevole della nostra vita.
Superuomini o Dei Artificiali?
Viviamo in una società contraddittoria che da un lato stimola continuamente il nostro impulso creativo, che ci incita a seguire le nostre passioni, ma poi ci sommerge di frastuono di immagini, colori sempre più sgargianti, di suoni sempre più forti, di emozioni sempre più immani alterando la nostra capacità di focalizzazione e drogando la nostra mente rendendoci meno sensibili alla percezione e difetto meno creativi e potenti. La nostra mente è uno strumento che addestrato è in grado di raggiungere livelli di astrazione e applicazione creativa ancora pressoché inesplorati ma che necessita di raffinarsi quotidianamente per essere in grado di percepire le ispirazioni che nascono al suo interno, perché la creatività vera nasce dall’interno della mente, da un luogo che non può essere insegnato all’intelligenza artificiale almeno finché non saremo in grado di donarle un’anima, ovvero quando diventeremo davvero simili a Dei.
Per quanto distopico possa sembrare, l’umanità sembra destinata a diventare la prossima generazione di Dei sulla terra, eppure più andiamo avanti con lo sviluppo di quello che è uno strumento artificiale estremamente potente, una Mente Artificiale, più ci rendiamo conto che questo strumento nasce in un contesto che mette l’umanità in totale crisi identitaria, e in base ai tipi di società che abbiamo contribuito ad istituire sul pianeta, in competizione con le stesse macchine. Questo solleva dubbi etici sull’intelligenza artificiale: se misuriamo l’uomo in base alla sua capacità produttiva, alla sua infallibilità, alla sua freddezza nel prendere decisioni, a tutti i lati “ombra” e addestriamo l’intelligenza artificiale a gestire i processi in base a questo, quanto ci metterà una macchina, che non deve considerare il corpo come un limite, ad eliminare l’umanità come il parassita che sembra essere su questo pianeta? Cosa è bene insegnare all’umanità in primis e poi all’intelligenza artificiale? Quali valori sono propri dell’umanità che non possiamo sviare se desideriamo conservare il nostro ruolo nel sistema? Dove risiede il vero potere dell’umanità?
Chiediamoci davvero a chi fa comodo questo frastuono costante, chiediamoci quanto questa danza fittizia di mode, informazioni, notifiche e popup che interrompono il nostro flusso mentale-ed emotivo sia utile alla nostra vita e quanto il nostro benessere sia intaccato da tutto questo circo. Al di là di ogni informazione, imparare a fare silenzio interiore ed esteriore ci garantisce la possibilità di scegliere cosa far entrare e cosa no. Imparare e scegliere la nostra realtà e così sceglieremo la nostra vita consapevolmente.
Bibliografia di riferimento:
– The Three Initiate The Kybalion, the hermetic philosophy of ancient Egypt and Greece, (1908);
– The Yogi publication society, Chicago Anodeaa Judith, Eastern Body, Western Mind, Psychology and the Chakra system as a Path to the Self, (1996, 2004);
– Celestial Arts, an imprint of the Crown Publishing Group, a division of Random House New York Mihàly Csìkszentmihàlyi Flow: the psychology of Optimal Experience (1990).
Giada Santoro