Gustav Meyrink e “Il Golem”; un viaggio nell’oscura psiche umana – Lucia Lo Cascio
Il periodo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX è un momento di svolta per l’Europa. La rivoluzione industriale, con le sue macchine a vapore, le ferrovie e le fabbriche, ha trasformato le città e cambiato il modo di vivere delle persone. Nuove idee scientifiche, come la teoria dell’evoluzione di Darwin e la psicoanalisi di Freud, hanno sfidato le vecchie credenze. L’arte e la letteratura si sono evolute per riflettere questi cambiamenti, con movimenti come il modernismo e l’espressionismo che hanno cercato nuovi modi per rappresentare la realtà. Proprio in questo contesto emergente e caotico, viene concepito “Il Golem” di Gustav Meyrink, un’opera che riesce a penetrare profondamente nei meandri più oscuri dell’animo umano e a svelare il mistero dell’esistenza. Gustav Meyrink, oltre a essere un romanziere, fu una figura chiave nell’ambiente esoterico dell’epoca. Le sue esperienze personali nell’occultismo, compresi i suoi legami con organizzazioni come la Golden Dawn, hanno avuto un profondo impatto sul suo lavoro. Mentre molte persone del suo tempo vedevano l’occultismo come una moda passeggera o come un ritorno all’irrazionalismo, per Meyrink era una risposta alle domande senza risposta poste dalla scienza e dalla religione. Era un modo per esplorare i misteri della coscienza e dell’esistenza. Questo profondo interesse per l’esoterismo non fu una semplice passione, ma divenne la lente attraverso cui Meyrink osservava e interpretava il mondo, e questa visione traspare chiaramente in ogni pagina di “Il Golem”.
Praga, luogo in cui si svolge la trama, è ritratta come una città di antiche magie e leggende. Il suo quartiere ebraico, con strade tortuose e storie millenarie, diventa quasi un personaggio a sé, esercitando una potente influenza su tutti gli eventi del romanzo. Ma più di ogni altra cosa, è il luogo perfetto in cui situare una storia che esplora la tensione tra mito e realtà, passato e presente. Al centro di tutto c’è Athanasius Pernath, un uomo tormentato da sogni ricorrenti e visioni. Queste visioni, che spesso hanno luogo in una versione distorta di Praga, sono piene di simbolismo e suggestioni. Ogni sogno sembra contenere un indizio o un messaggio per Pernath, anche se il loro significato esatto rimane sfuggente. Il Golem, come figura centrale del racconto, è intriso di significati. Si tratta di una creatura di argilla modellata dall’uomo e animata attraverso antichi rituali, rappresenta le potenzialità e i pericoli insiti nella creazione e nell’innovazione. Nella tradizione ebraica, il Golem è spesso visto come una forza di protezione, ma nel romanzo di Meyrink, la sua natura è ambigua. Rappresenta il potere dell’uomo di creare vita, ma anche i pericoli di un potere non controllato. È un monito sulle conseguenze non intenzionali delle nostre azioni.
Athanasius Pernath, il nostro protagonista, è un residente del quartiere ebraico di Praga. La sua vita sembra ordinaria, ma è pervasa da sogni, visioni e una persistente sensazione di déjà vu. Mentre cerca di comprendere queste esperienze, Pernath viene introdotto in una rete di personaggi e storie che ampliano la portata e la profondità del romanzo. Miriam, figura femminile centrale del racconto, rappresenta l’incarnazione del mistero e dell’esoterismo. La sua relazione con Pernath non è solo una storia d’amore, ma anche un viaggio alla scoperta di segreti e verità nascoste. La sua bellezza eterea e il suo legame con il mondo dell’occulto la rendono un personaggio affascinante e complesso. Aaron Wassertrum, l’enigmatico e influente anziano del quartiere, è un altro personaggio chiave. Le sue azioni e la sua profonda conoscenza degli eventi avvolti nel mistero lo rendono una figura sia affascinante che inquietante. Ci sono anche personaggi come Dr. Savioli, che rappresenta la razionalità e la scienza dell’epoca, in netto contrasto con le forze mistiche e sconosciute che permeano la storia.
Il romanzo si distingue per il suo approccio al dualismo. Ogni elemento, dal Golem ai personaggi principali, esplora il contrasto tra bene e male, reale e irreale, passato e presente. Meyrink costruisce abilmente una narrativa in cui la realtà è costantemente sfidata e messa in discussione, portando il lettore a riflettere sulla natura stessa della realtà e sulle molteplici sfaccettature dell’esistenza umana. Il suo stile unico combina realismo e surrealismo, creando un mondo in cui le strade di Praga possono improvvisamente trasformarsi in labirinti onirici e i sogni possono avere un impatto tangibile sulla realtà. “Il Golem” non è solo un romanzo; è un’esperienza profonda e coinvolgente. Attraverso i suoi intricati personaggi e le sue dettagliate descrizioni, Meyrink offre una visione unica dell’Europa di inizio XX secolo, esplorando le tensioni, le ansie e le speranze di un’epoca di grandi cambiamenti. Allo stesso tempo, attraverso la figura del Golem e l’ambientazione esoterica, il romanzo ci invita a riflettere sulle grandi domande esistenziali: cosa significa essere umani? Qual è la vera natura della realtà? E in un mondo in continua evoluzione, come possiamo trovare il nostro posto?
In sintesi, “Il Golem” di Gustav Meyrink è molto più di un’opera letteraria; è un capolavoro che esplora la complessità dell’esistenza umana, offrendo al lettore un viaggio indimenticabile attraverso il mistero, l’esoterismo e la profondità della psiche umana.
Lucia Lo Cascio