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Genesi e Mistero del Liber Loagaeth – Sapah Zimii
Il Liber Loagaeth è un testo di importanza fondamentale per la comprensione delle fondamenta della Magia Enochiana. La sua complessità è tale da avere dato origini nel tempo alle più disparate teorie sui suoi contenuti, il più delle volte sostenute da persone che neanche si sono mai prese la briga di visionare direttamente le tavole che compongono questo testo. E se, fino a qualche tempo fa l’unico modo per visionarle era andare direttamente al British Museum, dove il testo è conservato, oggi, grazie alle moderne tecnologie possiamo tutti esaminarlo comodamente da casa nostra, scaricandolo da uno dei tanti siti che ne propongono le immagini scannerizzate.
Il testo è così complicato perché si tratta di un codice, ricevuto direttamente da alcune entità angeliche connesse con il lavoro magico svolto da John Dee ed Edward Kelley. E’ importante quindi cercare di capire da subito in che contesto nasce e si sviluppa la lunga e minuziosa ricerca di questi due Magisti. Siamo alla fine del 1500 e i testi magici di riferimento più diffusi sono senz’altro quelli di Enrico Cornelio Agrippa e del suo Maestro, Giovanni Tritemio; le dottrine esoteriche sono, per forza di cose, imbevute di cristianesimo, anche se cercano di mantenere una reminiscenza dal sapore gnostico. Di reminiscenza si tratta perché, di fatto, le ultime sette gnostiche sono state da tempo debellate dalla Chiesa Cattolica e i testi gnostici devono ancora venire scoperti. Quindi l’innesto dottrinale delle speculazioni esoteriche è chiaramente legato ai riferimenti biblici, in particolare della Genesi e dell’Apocalisse.
Dee e Kelley erano fermamente convinti di vivere nell’Epoca della Fine dei Tempi, cosa questa confermata dalle Entità angeliche con cui erano venuti in contatto. Queste Entità avevano descritto varie fasi temporali che l’umanità avrebbe attraversato sino ad arrivare alla fase finale, che vedeva coinvolti i due ricercatori.
Questa nozione oggi è ben conosciuta e sappiamo che fu adottata e rielaborata anche da Aleister Crowley, anzi di più, si può affermare che tutta l’Opera magica di Crowley assume senso solo se si considera il cambiamento temporale (o eonico), quale base di tutto. E’ interessante notare da subito che Crowley dichiarò di essere stato Edward Kelley in una passata incarnazione, dando così un senso di continuità profondo a tutta la sua Opera.
Il fatto di comunicare con Entità angeliche collegò il lavoro di Dee a quel filone di Rivelazione che vedeva in Enoch il suo esponente fondamentale, essendo stato lui stesso rapito in cielo dagli Angeli per conseguire la sua personale Rivelazione. Enoch (Chanock in ebraico) fu un personaggio che affascinò generazioni di devoti e mistici per il fatto di avere vissuto una esperienza nei Cieli, guidata da presunte entità angeliche che lo istruirono della Conoscenza Divina. Per tradizione Enoch non morì, ma fu trasportato nei Cieli e trasformato egli stesso in una potente entità spirituale: Metatron.
Nei primi tempi del Cristianesimo esistevano diversi filoni legati a questa tradizione, ma durante il cosiddetto Concilio di Jamnia (1) si stabilì il testo del Libro di Enoch come apocrifo. Tuttavia si sa come prima circolassero diversi documenti biblici definiti come Libro di Enoch. Il primo, e probabilmente il più importante, era presente in Palestina già nel I secolo a.C. ed era noto e citato fra gli studiosi dell’antichità, fra cui Sant’Ireneo, ma andò disperso per quasi mille anni. Fu ritrovato solo nel 1773 ev dall’esploratore James Bruce, durante una esplorazione in Abissinia. Fu definito “etiopico” perché redatto in etiopico ed è conosciuto con il nome di “1 Enoch”. Negli anni successivi furono trovati anche frammenti redatti in greco e solo nel 1948 ev ne furono ritrovati 11 frammenti in aramaico e 3 in ebraico presso Qumran, insieme agli ormai famosi Rotoli del Mar Morto.
Il testo completo è formato da 150 capitoli divisi in 5 sezioni e ruota fortemente intorno alla Caduta dei Vigilanti e della loro unione con le donne terrestri, originando così la razza dei Nephilim. Il tutto narrato attraverso l’esperienza mistico-visionaria di Enoch. Naturalmente il Libro di Enoch, all’epoca di Dee e Kelley, non era ancora stato rinvenuto: non ne esistevano copie complete in circolazione, ma solo tradizioni orali e, forse, qualche frammento, di cui, con molta probabilità Dee era in possesso.
Le stesse Entità che cominciarono a comunicare con Dee e Kelley facevano ampio uso della mitologia legata ad Enoch e, per questo motivo, tutta la letteratura e la pratica magica derivante da queste ricerche fu catalogata come Enochiana. L’obiettivo di Dee e le intenzioni degli Angeli erano proprio quelle di recuperare la conoscenza che la Divinità aveva dato ad Enoch e racchiusa in un Libro Santo…
Note:
1 – Il Concilio di Jamnia è stata una ipotetica assemblea di rabbini ebrei farisei che fra l’altro avrebbe fissato il canone dell’Antico Testamento (Tanak) intorno al 95 d.C. Il Concilio, secondo i fautori di tale ipotesi, avrebbero rigettato i libri biblici della Versione greca dei Settanta, compresi quelli che i cattolici chiamano deuterocanonici. Tale ipotesi, che presuppone il concilio, è stata formulata per la prima volta dallo studioso Heinrich Graetz nel 1871. Essa ha avuto il consenso della maggior parte degli studiosi fino agli anni ’60, in seguito è stata rigettata da alcuni studiosi. Di sicuro a Jamnia è esistita una scuola giudeo-farisaica.
Sapah Zimii