Diari di un Amanuense – Ora Seconda – Alessandra Biagini
In questo luogo la Calligrafia è un’Arte Marziale e una Danza Belluina
Noi entriamo in relazione con la conoscenza attraverso la delimitazione dei campi cognitivi operata dal linguaggio. Non è scontato affermare che il linguaggio crei il mondo,più precisamente il mondo umano, tutta la realtà di cui abbiamo esperienza è definita nel linguaggio; per questo la calligrafia, per me, somiglia all’Arte di Tai Chi Quan e alla Danza di Dioniso al tempo stesso e questo paradosso non mi spaventa. 道Dao che viene argomentato non è il Tao Permanente, il discorso è soggetto al divenire, al verbo che non rimane mai nello stesso stato, parimenti al fiume di Eraclito nel quale non ci si può bagnare due volte, un soggetto non entrerà due volte nello stesso tempo in cui il verbo della frase lo ha espresso. 道 Dao fra le altre cose significa anche discorso, quando entra nel processo discorsivo, perde la sua Eternità, assoggettandosi alla grammatica; il Logos-lettera tradisce il Logos-Pensiero, recintandolo nella percezione esperienziale dell’uomo; in qualche modo, rileggendo Paolo di Tarso, la lettera uccide lo spirito, l’argomentare toglie il pensiero indefinito alla sua permanenza e lo trasloca nel divenire della parola definita. Da Indiviso (invisibile) il Logos diviene Individuo (individuabile). La percezione basata sull’esperienza tende a dare alla lingua il ruolo di territorio, mentre essa rimane sempre una mappa limitata al campo visivo (cognitivo) del parlante. Nel Manoscritto Il Fiore dei Due Mondi (Fig.1) in cui sono state scritte e tradotte le sentenze del Dao Te Ching e composte glosse sulla Filosofia Taoista nell’arte del Tai Chi Quan, il carattere testuale è il Piccolo Canone Gotico, lo stesso adoperato per la scrittura dei capitoli della Torah, l’esperienza del linguaggio si incentra sull’alternanza fra la lettera rigida del testo, studiata su di un solco prestabilito e il disegno che l’attornia, del quale non v’è alcuna preparazione. Il disegno sgorga da una serie di sbavature dell’inchiostro e si sviluppa spontaneamente secondo una visione pareidolica. Non v’è separazione fra testo e disegno, la lettera si sviluppa dalla nube dai tratti ancora indistinti che sbuffano nelle pennellate d’inchiostro, prima di entrare nel processo di riconoscimento cognitivo del disegno. L’Indistinto (nube) si fa Individuo (lettera) passando per la sottile zona della forma che si manifesta nel disegno. Nella Figura 2 il disegno stesso è un testo assieme alla componente scritta in cinese e in italiano, entrambi gli elementi, lo scritto e il disegnato sono creati con il medesimo strumento, il pennello. La forma emerge nel bianco dai luoghi neri, sottili linee nere quasi sfuggono alla materia oscura nella quale ogni cosa è tenuta dentro in una forza centripeta, dando spazio all’infiltrazione della forza opposta, quella centrifuga del bianco. Basta una goccia di chiarore irradiatesi nell’oscurità per dare l’energia necessaria alla forma di svilupparsi, aprendone i confini, liberandola dalla spinta risucchiante del nero. Nella lettera latina l’inchiostro (qualunque ne sia il colore) è sempre la Materia Oscura, che inghiotte e chiude lo spazio nell’espressione del suono. Nella scrittura Han, il carattere che definisce un concetto o una parola è invece composto da entrambe le forze: la Materia Oscura, l’inchiostro e l’Energia Bianca, il Vuoto. Il carattere cinese è una sequenza di atti di scrittura che si apre da un nucleo centrale, il centro del campo di scrittura, per espandersi nello spazio secondo il suo ordine di composizione.
Figura 1
Figura 2
Nelle pagine dei Canti del Fuoco, all’interno del Codice K., si narra del Logos creatore dell’esperienza della realtà, dell’origine delle forme all’interno dei campi cognitivi che entrano in relazione con l’universo percepibile. Nella figura 3 la pagina canta l’apertura dei campi materia da parte del Koinnà.
Figura 3
Il Koinnà si basa su un segno –l’Encigramma, chiamato anche Runa del Koinnà- composto da una rotondità, il cerchio, e una lunghezza, l’asta ( in figura 4 un esempio di scrittura digitale Koinnà). Il suo cerchio richiama l’esperienza della Forma Tai Chi. Un’ispirazione che, al pari di un affluente fra molti, irriga i Canti del Fuoco – pur non perfettamente sovrapponibile, per via delle naturali differenze intrinseche nel mio essere occidentale- la si può rispecchiare nel Decimo Principio del Tai Chi:
重中求靜 -Zhòng zhōng qiú jìng – , leggendo la sequenza dei caratteri nel loro significato italiano: movimento, centro, cercare, quiete, entriamo in un apparente paradosso. Nella Pratica Marziale è un controsenso ‘il cercare’, il Praticante non è un ‘viaggiatore’ o un ‘cercatore’, nella Pratica si è fissi e mutevoli al tempo stesso, perché si è trascesa la volontà, trasformandola in Inazione, (divenendo puro ascolto del Sé di Se Stesso) e l’azione è divenuta un tutt’uno con la quiete; mentre con il cercare si è ancora divisi fra azione e quiete .Mettendo a fuoco il carattere 求 qiu, vi contempliamo alcuni significati come mendicare, cercare, implorare. Sondiamo più a fondo il segno 求 qiu. Etimologicamente è abbastanza chiaro, costituito dal carattere 水 shui, acqua e 入 ru, entrare. Ru è inoltre discendente da 人 ren, persona, intesa come uomo nel senso completo del termine. L’uomo che entra nell’acqua sta camminando, lo evidenzia il tratto alto del carattere ru.
Nella concezione Taoista entrare nell’acqua senza bagnarsi è una delle prerogative del Santo sin dai tempi insondabili dell’I Ching. Cercare la calma non è dunque l’azione di ‘ricerca’ bensì l’esposizione alla pratica, (entrare nell’acqua, Acqua Pura è la Sapienza con la quale il Tao nutre le sue creature , Laotze. Yeshua ebbe a dire: – chi beve di quest’acqua non vorrà più abbeverarsi ad altra fonte-. In qualche modo l’aspetto esteriore di 求 qiu ‘chiedere’, richiama la parabola della Samaritana , alla quale il Cristo chiede acqua) sulle orme di quel ‘camminare sulle acque’ del Santo, essere in grado di scendere nei flutti e di rimanere in quiete, pur circondato dalle onde. Essere nel Centro, dunque equivale a ‘camminare sulle acque’, consapevole dei flussi abissali (Yin) che si muovono al di sotto dei piedi e consapevole del cielo (Yang)che sovrasta il mare, mediatore fra Mutamento e Immutabile, Tempo ed Eternità, sino a passare l’oceano, una volta che Mutamento e Immutabile sono divenuti la stessa cosa, quindi, trascendendo ancora s’esce persino dallo stato paradisiaco, entrando in uno stato ove persino la completa Unità si estingue. Nel Tai Chi la lettera è il corpo, o meglio, il corpo diviene il pennello per tracciare il carattere. Nella figura 5, una pagina del Manoscritto sulla Forma Tai Chi, il passaggio dall’Indistinto all’individuo attraverso la creazione della Forma è riflesso nei disegni della figura umana che si fa lettera nei livelli sottostanti. Nella forma sovrastante il testo scritto, è cristallizzato il movimento, un atto di Tai Chi.
Figura 4
Dal Mito di Aristofane, nel Simposio platonico apprendiamo che un tempo gli uomini erano ‘tondi’, ma con un infinito orgoglio, che costò loro l’ira olimpica di Zeus: – Questi ermafroditi erano molto compatti a vedersi, e il dorso e i fianchi formavano un insieme molto arrotondato. Avevano quattro mani, quattro gambe, due volti su un collo perfettamente rotondo, ai due lati dell’unica testa. Avevano quattro orecchie, due organi per la generazione, e il resto come potete immaginare. Si muovevano camminando in posizione eretta, come noi, nel senso che volevano. E quando si mettevano a correre, facevano un po’ come gli acrobati che gettano in aria le gambe e fan le capriole: avendo otto arti su cui far leva, avanzavano rapidamente facendo la ruota. La ragione per cui c’erano tre generi è questa, che il maschio aveva la sua origine dal Sole, la femmina dalla Terra e il genere che aveva i caratteri d’entrambi dalla Luna, visto che la Luna ha i caratteri sia del Sole che della Terra. La loro forma e il loro modo di muoversi era circolare, proprio perché somigliavano ai loro genitori. Per questo finivano con l’essere terribilmente forti e vigorosi e il loro orgoglio era immenso…-
Figura 5
Pagina del Manoscritto Il Fiore dei Due Mondi,
il disegno rappresenta la rotondità nel Praticante di Tai Chi,
immerso nella Prima Sentenza di Laotze del Dao Te Ching:- Dao che può essere discorso non è il Costante Dao (…)
Nel Tai Chi si pratica il tornare alla ‘rotondità’ attraverso Forma, Il Re del Cielo, la Persona del Tai Chi, cioè colui che ha raggiunto la perfetta rotondità non può avere ossessioni, come quelle descritte nel Mito da Platone, altrimenti cade fuori dal Tai Chi e vive solo nella forza. Il Cerchio è simbolo del Cielo. Il cielo è un limite, nella Bibbia separa l’Acqua in Alto da quella Basso; occorre spezzare il tetto della casa, ricorda Mircea Eliade, lo sciamano fa questo, entra nel cerchio per uscire dal limite della forma e fondersi con ciò che evoca nella sua danza. Essere Acqua Indivisa e Indistinta prima che questa entrasse nel ruolo materno della generazione, prima che divenisse il grande oceano primordiale Nun, dal quale sorgono persino gli Dei. L’asta della Runa di Koinnà rappresenta la danza dello sciamano, l’uscita dal mondo e l’ingresso in uno stato ove alto e basso non abbiano più significato. Fuori dal mondo, fluttuando negli spazi cosmici non esistono le coordinate della percezione umana, non hanno significato le grandezze, le direzioni, i valori. Del Grande Uccello nato come Pesce nell’Oceano Settentrionale e libero di errare nell’ovunque, ricorda Chuang Tse, non esistono misure per definire l’ampiezza della sua ala né i confini della sua schiena. Ciò che torna capace di muoversi negli ordini al di là del mondo, non ha alcun senso di essere misurato, poiché è uscito fuori dall’azione dei campi cognitivi umani e non vi interagisce più. Nella figura 6 si è estratto un particolare della Fase Due dal Libro degli Oscillatori all’interno del Codice K. Le Radici Danzanti e le piante costellano il testo, nel quale si manifestano le Istruzioni dell’Attraversamento del Kalendaman[1], nello scorcio riportato in foto, compaiono elementi dell’Istruzione 7 e 9: – Istruzione n.7: Un Foglio Geroglifico è un frammento del D. su cui è impresso un Circuito e nel quale accade ciò che contemporaneamente avviene nel Kalendaman., due eventi gemelli che percepisco come separati, ma accadenti l’uno assieme all’altro.[…]Istruzione n.9: Konnà osserva la realtà dall’alto e vede i mondi come cerchi appiattiti uno sull’altro; quando decade nello stato di eidos lo fa nella forma del cerchio: da qui il nome Encigrammi.
Figura 6
Sotto (fig.7), una pagina dai Manoscritti dei Lignaggi Capitoli Interni, Gli Stati di Guerra: -Sollevandosi contro l’Eone degli Imperatori Gialli, rinunziarono al potere della vita ed impugnarono la morte, loro, le Madri Vergini che divennero l’Era delle Regine Combattenti.[…] Ora che i Sovrani delle Centurie sono tornati a rubare i cieli, è l’Ultima Regina a sollevarsi sulle spalle del sole.- Lo sciamanismo rappresentato dalle sagome – ombre tremolanti e quasi indefinite emergono dalla Profondità del Nero, come furie creatrici del puro Yin sorgono fra gli spazi bianchi del testo, divellendo l’ordine cosmico raffigurato dalle lettere che si distribuiscono seguendo un apollineo percorso solare. Dionisiache danzatrici irrompono nello schema del giorno, infiltrazioni della notte selvaggia. Fra i loro corpi di pura profondità nera, lampeggia il bagliore bianco Yang, scoprendo a volte ciò che somiglia a un volto, poiché come s’è detto nel capitolo precedente di questi Diari, la spirale creatrice è contemporaneamente l’istante centripeto nero e l’istante centrifugo bianco, non si tratta di tempi separati, bensì di fasi unite in una sottile e invisibile linea grigia, la Terza Goccia del Taoismo. Nelle pagine degli Stati di Guerra, le Regine Combattenti sono l’esplosione dionisiaca e notturna nell’ordine apollineo e solare del foglio, sia il testo che i disegni sono creati tanto con la materia oscura, rappresentata dall’inchiostro, un’idea di Yin, quanto con il bianco del foglio, il tessuto spazio-temporale, fatto di Yang ove quella materia va plasmandosi. L’atto calligrafico nei Manoscritti sul Tai Chi, come nei Manoscritti dei Lignaggi, al pari di quello necessario per la creazione del Codice K. è una danza sciamanica, chiamata appunto Tempo delle Regine Combattenti, è paradossalmente sia una danza liberatoria che ordinatrice allo stesso momento, liberando la lettera (la cosa in generale) dal suo significato e dalla sua funzionalità, entra in una dimensione ove la cosa scritta non è più il contesto di un questo o di un quello, bensì un’infinita possibilità di eventi.
Figura 7
Nota:
[1] Kalendaman: Si tratta di una parola di difficile traduzione nella nostra lingua. Potremmo dire che il K. sia un luogo che è in ogni luogo, un tempo entra in relazione con tutti gli altri tempi possibili. Nella mitologia possiamo assimilarlo ai Libri dei Morti, cioè agli attraversamenti dei campi dell’oltretomba nelle diverse culture umana, ma sostanzialmente è quel gioco del Fanciullo, Sovrano dei Tempi che ride al centro di tutti gli ordini e di ogni esistenza. “L’Eone è un bambino che gioca con il tessuto spazio tempo (la scacchiera). La signoria è un fanciullo.[…] La radice pais- di fanciullo e gioco suona come quella italiana di pazzia; invero Kalendaman induce gli impreparati nella follia. Colui che non ha familiarità con il Fanciullo, addentrandosi fra le trame del Mistero di Māyā, rovescia nella pazzia. Non è in grado, dentro di sé, di sostenere l’opera del Duca […], poiché lo sfaldarsi delle persone (maschere) dentro di sé ne arrostisce la carne sottile, se lo spirito non spezza il tetto di casa, rimarrà mischiato con la materia combusta nel braciere.” “Tutto ciò che è demonico è intermedio fra Dio e mortale” Echeggia Platone. “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.” Risponde Shakespeare.
Bibliografia di riferimento:
- Ming Yat – Calligrafia Cinese, il Castello
- Zhongshi Ouyang, Peigui Ye- Calligrafia Cinese, Corso Base, Libreria Editrice Cafoscarina
- Tang Cheng- Mille Anni di Pittura Cinese, Rizzoli
- Kandisky – l’Artista come Sciamano (Catalogo della Mostra Vercelli, Arca, Chiesa di San Marco, 29 marzo-6 luglio 2014.), Curatore: Caludia Beltramo Ceppi Zevi, Giunti ed.
- Mircea Eliade – Sciamanismo
- Platone – Il Simposio, Adelphi.
- Giovanni Reale – Platone, tutti gli scritti, Bompiani
- S.Lavecchia-Istante. L’esperienza dell’illocalizzabile nella filosofia di Platone, Mimesis
- Laotze – Tao Te Ching , Adelphi.
- Bay Yuchan-Quali Parole Vi Aspettate che Aggiunga? -a cura di Alfredo Cadonna ed. Olschky
- Taoismo Segreto, a cura di Fabio Zanello, ed. Castelvecchi
- Kiew Kit Wong – Il Libro del Tai Chi Quan, ed. Astrolabio Ubaldini
- HwaJou Tsung- Il Tao del Tai Chi Chuan, ed. Astrolabio Ubaldini
- Da Liu – Tai Chi Chuan e Meditazione ed. Astrolabio Ubaldini.
Alessandra Biagini