Commento a “L’Apertura del Cammino” di Isha Schwaller de Lubicz

Commento a “L’Apertura del Cammino” di Isha Schwaller de Lubicz – Franco Polito
È un’opera densa di significati simbolici, dedicata a coloro che desiderano approfondire la conoscenza di sé attraverso un percorso iniziatico. L’opera si inserisce in una tradizione che affonda le sue radici nell’ermetismo e nella sapienza dell’Antico Egitto, offrendo al lettore strumenti per il risveglio interiore. Il libro si suddivide in cinque parti, ognuna delle quali rappresenta una fase dell’evoluzione spirituale:
- L’essere umano – Analizza la struttura sottile dell’individuo, il dualismo tra volontà personale e volontà superiore, e l’importanza della conoscenza di sé.
- L’orientamento del cammino – Affronta il ruolo del cuore come guida, l’importanza del discernimento e la necessità di trasformare la percezione della realtà.
- Acquisizioni e ostacoli – Illustra le sette tappe di crescita interiore e gli ostacoli che il discepolo incontra lungo il cammino.
- Le tappe del viaggio iniziatico – Introduce il concetto di reincarnazione, karma e il ruolo dei Maestri nella trasmissione del sapere.
- Luce sul cammino – Conclude con la rivelazione della pace interiore e dell’unione con il divino.
L’autrice struttura il percorso come un viaggio graduale in cui il lettore è chiamato a decostruire il proprio ego e a risvegliare un principio superiore, principio spesso dimenticato, quando non disconosciuto, nelle scienze psicologiche attuali. Schwaller de Lubicz rifiuta le interpretazioni riduzioniste della spiritualità ricollegandosi alla concezione ermetica antico-egizia e sottolinea che la conoscenza autentica non è accessibile attraverso il solo intelletto, ma richiede una trasformazione interiore, riallacciandosi a quanto, in precedenza, Aristotele, parlando dei Misteri di Eleusi sosteneva, ovvero che “la visione” era vera fonte di Conoscenza, non gli studi.
1. Il Concetto di Ternario Umano
Un punto chiave è la divisione dell’essere umano in tre principi:
- Automa (il corpo e la mente razionale)
- Anima (la sede della coscienza e delle emozioni superiori)
- Spirito (l’essenza divina nell’uomo)
Secondo l’autrice, la società moderna ha favorito l’identificazione con l’Automa, riducendo l’essere umano a un meccanismo privo di connessione spirituale. Per questo, il primo passo nel cammino iniziatico è il riconoscimento di questa triplice natura e l’armonizzazione di queste tre divisioni.
2. Il Fuoco Sacro e la Trasmutazione Interiore
L’opera fa continui riferimenti all’idea del Fuoco Segreto, un principio vitale presente nell’uomo e nell’universo. Questo concetto è affine alla kundalini della tradizione induista o al fuoco alchemico che trasforma il piombo in oro. L’autrice indica la colonna vertebrale come il canale attraverso cui questo fuoco si manifesta, e suggerisce che il percorso iniziatico consista nel risvegliare questa energia dormiente per ottenere la realizzazione del Sé.
3. Il Ruolo del Cuore e la Via di Mezzo
Nel cammino verso la realizzazione spirituale, il cuore occupa un ruolo centrale. Schwaller de Lubicz lo descrive non solo come un organo fisico, ma come il centro di un’intelligenza superiore, capace di percepire la realtà oltre le limitazioni della mente razionale.
La via di mezzo, concetto presente nel Buddhismo ma anche nelle tradizioni ermetiche, viene presentata come l’equilibrio tra emozione e ragione, tra istinto e intuizione superiore. Il cuore, come simbolo del sole interiore, è la chiave per accedere alla vera conoscenza.
Gli Ostacoli sul Cammino: L’Inganno della Mente e la Lotta Interiore
Uno degli aspetti più profondi del testo è l’analisi degli ostacoli che impediscono all’uomo di riconnettersi con la sua natura superiore. Tra questi troviamo:
- L’identificazione con la mente analitica – La società moderna ha esaltato il razionalismo a discapito della saggezza intuitiva, portando l’uomo a negare l’esistenza di una realtà più sottile.
- L’illusione del dualismo – La conoscenza sensibile e razionale, basata sul dualismo soggetto che conosce –– oggetto conosciuto, così come il conflitto tra bene e male, materia e spirito, viene smascherato come una costruzione mentale che impedisce di vedere la realtà unitaria dell’esistenza.
La paura del cambiamento – Il vero ostacolo alla realizzazione spirituale è l’attaccamento alla personalità e alla sicurezza illusoria dell’ego, illusione che è possibile superare solo attraverso l’esperienza diretta, il silenzio interiore e la disciplina. Nel libro vengono descritte due esperienze simboliche fondamentali: la visita alla caverna e la discesa nel pozzo.
- La caverna rappresenta l’inconscio e il confronto con le proprie ombre. È un luogo oscuro in cui il discepolo deve affrontare i propri limiti prima di emergere con una nuova consapevolezza.
- Il pozzo è il simbolo della discesa nell’essenza profonda dell’essere. Nel silenzio e nella solitudine interiore, l’iniziato scopre le vere fonti della conoscenza.
Questi archetipi, presenti in molte tradizioni spirituali, mostrano come il cammino iniziatico passi inevitabilmente attraverso una morte simbolica, necessaria per rinascere a una realtà superiore. Il concetto di caverna e di pozzo in L’apertura del cammino di Isha Schwaller de Lubicz ha profondi legami con la tradizione filosofica e alchemica occidentale. Possiamo mettere in relazione la caverna con il mito della caverna di Platone, mentre il pozzo richiama il principio alchemico del V.I.T.R.I.O.L. Il passaggio dell’iniziato attraverso la caverna, descritto da Schwaller de Lubicz, rappresenta un confronto con il proprio inconscio e le illusioni della mente. Infatti, nel mito della caverna, Platone descrive un gruppo di prigionieri incatenati in una caverna fin dalla nascita, costretti a vedere solo le ombre proiettate sul muro da un fuoco posto dietro di loro. Per questi prigionieri, le ombre sono la realtà, poiché non hanno mai conosciuto altro.
Uno di loro si libera e risale verso l’uscita della caverna, dove scopre il mondo reale illuminato dalla luce del Sole (l’idea del Bene). Quando ritorna nella caverna per liberare gli altri, viene deriso e respinto, perché i prigionieri sono troppo legati alla loro illusione per accettare una realtà superiore. La caverna rappresenta la condizione dell’essere umano intrappolato nei suoi condizionamenti mentali e sociali, incapace di vedere oltre la realtà materiale. L’iniziato che entra nella caverna per affrontare le proprie ombre si confronta con la sua ignoranza, i suoi pregiudizi e le sue false convinzioni, proprio come il prigioniero che viene liberato dalla caverna platonica. Solo chi riesce ad affrontare il buio della propria interiorità può emergere con una nuova consapevolezza, riscoprendo la vera natura della realtà. Chi tenta di condividere questa conoscenza con gli altri (coloro che sono ancora incatenati nella caverna) rischia di essere frainteso o respinto. L’altro elemento chiave è che la caverna, matrice della trasformazione, nel simbolismo iniziatico, rappresenta anche il grembo della Grande Madre e il luogo di rinascita spirituale. Nell’ermetismo e nell’alchimia, scendere nella caverna significa morire simbolicamente per poi rinascere con una nuova coscienza. Se la caverna è il luogo del confronto con l’illusione, il pozzo è il simbolo della discesa negli abissi della propria essenza. Nell’opera di Schwaller de Lubicz, il pozzo rappresenta l’accesso alle profondità del Sé, il luogo nascosto in cui si trova la vera conoscenza. Questo concetto è strettamente legato al motto alchemico V.I.T.R.I.O.L., acronimo di:
“Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem” (Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra occulta)
Il viaggio nel pozzo rappresenta un ritorno alla sorgente interiore, una ricerca dell’essenza più pura e nascosta dell’essere. Questo percorso richiede purificazione e rettificazione, ovvero il superamento degli strati superficiali dell’ego e della personalità costruita. Solo attraverso questa discesa è possibile trovare la pietra occulta, ovvero il principio divino che si cela dentro ogni individuo. Questa interpretazione si collega direttamente al famoso motto inciso sul tempio di Apollo a Delfi:
“Nosce Te Ipsum” – Conosci Te Stesso
Secondo la tradizione oracolare greca, la vera saggezza non viene dall’esterno, ma dalla comprensione profonda di sé stessi. Il pozzo, nell’opera di Schwaller de Lubicz, richiama questa discesa nell’introspezione, necessaria per riconoscere la propria natura immortale e connettersi con il divino che è dentro di noi; principio che si collega anche alla tradizione egizia, dove la conoscenza spirituale, il cui unico fine e trovare il nostro maestro interiore, non viene impartita con un insegnamento dogmatico, ma deve essere scoperta dentro di sé. In sintesi, la caverna e il pozzo rappresentano due momenti fondamentali del cammino iniziatico, infatti attraverso queste immagini archetipiche, il libro propone un percorso di trasformazione interiore, in cui il cercatore è chiamato a guardare oltre l’apparenza e a discendere dentro di sé per scoprire il proprio vero potere spirituale.
L’apertura del cammino non è un testo per il lettore occasionale, ma per chi è pronto a interrogarsi profondamente sulla propria natura. L’opera richiede attenzione e dedizione, ma offre una prospettiva rara e autentica sulla trasformazione interiore. Isha Schwaller de Lubicz non si limita a esporre concetti filosofici, ma propone una vera e propria disciplina per il risveglio spirituale, in cui il lettore è chiamato a mettere in pratica gli insegnamenti attraverso il silenzio, la meditazione e la ricerca interiore. Se sei interessato all’ermetismo, alla mistica egizia e ai percorsi iniziatici, questo libro rappresenta una guida preziosa per comprendere le dinamiche della trasformazione interiore e il legame tra l’uomo e il cosmo.
(fonte: www.nuovogiornalenazionale.com – Sezione Cultura; con la cortese autorizzazione dell’autore)
Franco Polito