Il Cosmismo: l’Unione Sovietica e l’esoterismo – Umberto Bianchi
Generalmente quando si parla della defunta Unione Sovietica, la si immagina quale regno di un arido materialismo di matrice marxista, all’interno del quale non sarebbe mai esistito alcuno spazio per riflessioni che riguardassero la sfera della trascendenza. A ben vedere le cose non stanno proprio così. La Rivoluzione Bolscevica si afferma in Unione Sovietica, in un particolare momento storico ed intellettuale, dal quale sono più o meno influenzati, tutti coloro che svolsero un ruolo attivo nelle vicende di quel tormentato momento storico. La fine del 19° secolo assiste all’incontro ed alla convergenza tra due filoni di pensiero apparentemente inconciliabili. Da una parte, la spinta al futuro determinata dall’affermarsi della seconda fase della Rivoluzione industriale, all’insegna di uno smisurato entusiasmo e dalle più ottimistiche aspettative sugli sviluppi della tecnologia, dall’altra le suggestioni di quel pensiero occultista ed esoterico, la cui rimonta da metà Ottocento, era stata proprio determinata dall’affermarsi di un crescente ed arido pensiero materialista e positivista, che sembrava voler privare l’uomo di più elevate prospettive, che non fossero quelle dettate dal rigido scientismo evoluzionista, allora tanto in voga. La Russia di quel periodo, non è certo l’immagine di una società industriale come quelle occidentali. La sua struttura socio economica, è ancora dominata da una marcata preminenza del settore agricolo su quello industriale ed è inoltre governata dalla monarchia assoluta zarista, ma risente anch’essa di quelle istanze che attraversano l’Occidente intero. Se, da un lato la religiosità ortodossa con il suo carico di misticismo forniva lo spunto per un qualsivoglia tipo di riflessione esoterica, dall’altro un decisivo e più attualizzato contributo, era arrivato dalle suggestioni della teosofia di Madame Blavatskji, anch’essa nata in Russia, ma successivamente emigrata in America, oltre alle influenze di altre correnti di pensiero esoterico, principalmente ermetiche e rosacruciane, che non avrebbero mai cessato di esercitare la loro sotterranea influenza, anche negli anni dell’Unione Sovietica. Ma procediamo per ordine.
In questo ambito culturale nasce colui che, a tutti gli effetti, viene considerato il padre di quella corrente di pensiero chiamata con il nome di “Cosmismo: Nikolaj Fjodorovich Fjodorov (1829 – 1903). Bibliotecario di San Pietroburgo dal carismatico temperamento, con i suoi scritti influenzò molti intellettuali e scienziati russi come Konstantin Ciolkovskij, Fëdor Dostoevskij, Michail Bulgakov, Vladimir Solov’ëv e Lev Tolstoj. Il suo pensiero ha profonde radici nel cristianesimo ortodosso e fu pubblicato postumo nel libro “La filosofia della causa comune” (1906), nel quale afferma che la filosofia sarebbe dovuta passare da un ambito puramente speculativo a vera e propria prassi “proiettiva”, in grado di progettare “un mondo migliore”, realizzabile attraverso un’«opera comune e universale» volta a determinare la resurrezione dei propri avi, da parte di quegli stessi discendenti che, animati da una nuova forma di conoscenza, avrebbero posto fine al dominio della forza della natura sull’uomo. L’Opera Comune” di Fjodorov ha, quale principale obiettivo, nientepopodimeno che quello di sconfiggere la morte, identificata quale primaria nemica dell’umano sviluppo.
Nel riprendere il tema della resurrezione di Cristo, Fjodorov ci dice che la resurrezione dei padri verrà realizzata dai “figli”, con mezzi scientifici tali, da garantire all’umanità quell’assoluto dominio sulla Natura, che consentirà il raggiungimento dell’immortalità e la colonizzazione dell’Universo. Nel preconizzare questo scenario, Fjodorov si rifà ad un modello di cristianesimo, “forte”, impregnato di un attivismo volto a far divenire l’uomo sempre più simile a Dio, secondo quello che, a detta del Nostro, sarebbe un fondamentale dettame della divina volontà. Questo approccio “teandrico” affonderebbe in parte, le proprie radici, in una particolare interpretazione del vangelo di Giovanni, ripreso nelle dottrine dei Padri orientali nisseni e da Fjodorov sintetizzato nel termine “Supramoralismo”. L’umanità così chiamata a farsi forza divina, in grado di regolare l’universo intero, dovrà pertanto superare i propri limiti intrinseci, determinati da un’esistenza per lo più, vissuta all’insegna di una rassegnata passività. Pertanto l’essenza dell’ “opera comune” non consisterà solamente nel far risuscitare coloro che prima erano vivi, ma in una radicale trasformazione dell’umana natura, che dovrà necessariamente coinvolgere, anche coloro che verranno “resuscitati”. In tal modo l’uomo, accedendo ad un superiore stadio evolutivo, sarà in grado di ricreare se stesso dalla materia circostante (cosiddetto “autotrofismo,” concetto questo che sarà in seguito ripreso anche da Vladimir Vernadskii) , arrivando così a poter abitare negli spazi interplanetari.
Inizialmente accolti con interesse e fervore scientifico, con l’affermarsi dell’ortodossia marxista del gruppo dirigente di Lenin, gli scritti di Fjodorov finiranno nel dimenticatoio ed egli, almeno sino alla “perestrojka”, diverrà agli occhi del regime, una “non persona”. Ciò che il Nostro aveva predicato, non rimase senza frutti. Strano a dirsi, ma proprio all’interno del nascente movimento bolscevico, le idee di Fjodorovskj attrassero un non irrilevante numero di seguaci. Personaggi come Aleksandr Malinovsky, (1873-1928) noto come Bogdanov, Maksim Gorkij (1868-1936), Anatoly Lunacharsky (1875-1933), Andrei Platonov (1899-1951), Nikolay Setnisky (1888-1937), furono i prosecutori ideali di questa impostazione di pensiero. In particolare, alcuni tra questi intellettuali marxisti e futuri funzionari sovietici, fra cui il già citato Anatolij Lunačarskij, Leonid Krasin e lo stesso Gorkij (il quale nel 1905, nel dramma I figli del sole, aveva scritto un inno all’immortalità) daranno luogo al gruppo dei “costruttori di Dio” (bogostroitel’stvo) che, quasi di contro alla tradizione materialista ed atea marxista, preconizzava l’esistenza di Dio attraverso l’ opera dell’uomo. Se le precedenti fedi, avevano dato luogo ad imperfette ed opprimenti forme di religiosità, il marxismo, per l’appunto, di queste forme costituiva la fase più evoluta, tramite la quale si sarebbe potuto addivenire ad un Dio funzionale ai bisogni dell’umanità. Il principale rappresentante di questa corrente, fu proprio quell’Anatolij Lunačarskij a cui abbiamo poc’anzi accennato, bolscevico della prima ora ed in seguito primo commissario del popolo alla Pubblica istruzione dopo la Rivoluzione Bolscevica. Egli vede nel sentimento religioso, l’elemento principale in grado di rendere il singolo partecipe della vita dell’intero genere umano,facendone un anello della catena tesa verso quel superuomo, concepito quale perfetta sintesi di ragione e vita, in grado dei vincere e dominare l’intero ordine cosmico e di conseguenza i cicli della vita. A detta di Lunačarskij, il grande errore del movimento bolscevico, stava nell’omettere volutamente l’aspetto volontaristico e vitalista della filosofia marxista, nel nome di un arido materialismo. L’altro personaggio su cui va appuntata la nostra attenzione, è quell’Aleksandr Malinovsky, (1873-1928) noto come Bogdanov (un soprannome che significava «dotato da Dio») che, pur non facendo direttamente parte del movimento dei Bogostroitel’stvo, rappresenta un momento apicale del percorso del pensiero cosmista russo. Figura di primo piano del movimento bolscevico, in seguito assurto a contraltare ideologico di Lenin, passando lla fazione menscevica, Bogdanov fu anche studioso, scrittore di saggistica e di libri di fantascienza. Grande preconizzatore dell’ala più “tecnologizzante” del Cosmismo russo, per ciò definito anche con il termine di “Prometeismo tecnico”, Bogdanov vede nella figura di Satana, il simbolo di una divinità liberatrice del proletariato che, un giorno, grazie alla tecnologia, potrà vivere e conquistare gli spazi cosmici. Anche qui è presente in maniera rilevante, il raggiungimento dell’obiettivo dell’immortalità dell’uomo, che in questo contesto Bogdanov immagina esser perseguibile attraverso la pratica delle trasfusioni di sangue. Una pratica questa, che vede nel sangue una basale fonte di energia vitale, in quanto connaturata con l’anima profonda dell’uomo e del suo “genus”, etnico, razziale o sociale che dir si voglia.
Nonostante certe idee, fossero state pesantemente stigmatizzate dal regime bolscevico di Lenin prima e da quello di Stalin successivamente, la corrente cosmista non cessò di esercitare la propria sotterranea influenza su quelli che, del regime marxista sarebbero stati i protagonisti e gli animatori dei più importanti traguardi in campo scientifico e tecnologico del regime. Tanto per ricordare Konstantin Ciolkovskij (1857-1935), il padre della cosmonautica russa, morto nel 1935 ed onorato quale grande scienziato, fu un fervente cosmista. Vladimir Vernadskij (1863-1945), ideatore del concetto di noosfera o “spazio del pensiero”, le cui applicazioni teoriche e pratiche, finiranno con il toccare ambiti quali la cibernetica e sinanco l’ecologia, non senza influenzare filosofi del calibro di Henri Bergson e Teilhard de Chardin.
Da questo nostro breve percorso, non possiamo non notare le analogie tra quelle che sono le maggiori istanze del pensiero vitalista occidentale, tra la fine del 19° secolo e l’inizio del 20° e quelle che sono le elaborazioni più “fuori dalle righe” della galassia del bolscevismo sovietico. Se il corpo di Lenin verrà inumato in un mausoleo dalla non casuale forma piramidale, dopo esser stato sottoposto ad una accurata mummificazione, Stalin/”Acciaio”, in vita, farà della propria figura il simbolo divinizzato di un futuristico vitalismo, coniugato all’ortodossia marxista. E per concludere, il 12 aprile 1961, il maggiore Jurij Gagarin, all’interno della navicella spaziale Vostok (Oriente) 1,in uno dei suoi collegamenti radio, invierà un saluto a Nikolay Roerich, teosofo e cosmista russo rifugiato nell’Himalaya, le cui opere erano proibite e censurate dal Regime. Il saluto creerà un piccolo “casus”, presto riassorbito dal glorioso clamore dell’impresa spaziale, ma lascerà intendere a chi vuol capire, la sotterranea continuazione dell’influenza di alcuni circoli esoterici, convinti della forte valenza simbolica, dalla connotazione quasi escatologica, dell’impresa di Jurij Gagarin…
Questo a dimostrazione del fatto che, nonostante l’ossessivo martellare discriminatorio, su quella che dovrebbe essere la superiore differenza tra Occidente euro-americano ed Oriente Russo, con questa disamina possiamo invece verificare l’esistenza di aspirazioni spirituali superiori, anche là dove, a detta di alcuni, non ce lo saremmo mai dovuto aspettare.
BIBLIOGRAFIA:
Francesco Dimitri, Comunismo magico: leggende, miti e visioni ultraterrene del socialismo reale, Castelvecchi, 2004
George M. Young,I cosmisti russi: il futurismo esoterico di Nikolai Fedorov e dei suoi seguaci, Tre Editori, Roma, 2017
Giuseppe Vatinno, Il comunismo magico ed i cosmisti sovietici, su estropico.com.
Michele Franceschelli,Suggestioni per il nuovo millennio: il cosmismo russo, questo sconosciuto, 2013
UMBERTO BIANCHI