Porta Qvinta: arcani vmbrarum regni – Frank Tudisco
DE VMBRARVM REGNI
NOVEM PORTIS:
Interpretazione simbolica ed esoterica del film “La Nona Porta” di Roman Polanski
“Questa epigrafe è semplice. FR.ST.A, ovvero FRUSTRA. Che significa “invano”. L’allegoria coincide con il motto. L’avaro conta il suo oro, senza accorgersi della morte che tiene in mano due simboli definitivi, la clessidra ed un forcone da contadino. Un forcone e non una falce. Perché la morte falcia, ma il diavolo raccoglie. La figura incappucciata rappresenta sia la morte che il diavolo, creatore, demiurgo, morte nello scheletro e diavolo nella forca tridente. Il messaggio dell’immagine è chiaro, accumulare beni materiali è vano, piuttosto che garantire il successo per un nuovo inizio. Il tempo, la fatica e lo sforzo, sono stati sprecati inutilmente.”
(Baronessa Frieda Kessler)
eduto in una stanza, un uomo di mezza età – a giudicare dalla folta barba – conta pile di monete d’oro ammonticchiate in un grande sacco posto dinanzi a lui sul pavimento. L’uomo è apparentemente inconsapevole della figura scheletrica incappucciata volta in piedi alla sua sinistra. Una clessidra, in cui tutta la sabbia giace sedimentata sul fondo, è sorretta dalla sua mano destra. Con la mano sinistra impugna invece un forcone a forma di tridente. Tradizionale arnese simbolico degli dèi occidentali che governano gli oceani: Poseidone o Nettuno – alla stregua di Shiva, il dio indù della distruzione e della creazione. Questa è l’unica incisione in cui le figure sono situate all’interno di una struttura in cui la porta è chiaramente serrata e può essere aperta solo dall’interno.
I simboli fin qui appaiono molto chiari e comprensibili se ci fermiamo all’idea che accumulare ricchezze materiali possa in definitiva rivelarsi un’attività effimera, poiché la morte è certa e non è possibile portarle con sé. Se ci fermassimo unicamente a questo livello di comprensione, la storia non giungerebbe da nessuna parte. Se invece osserviamo il simbolismo trattato nei Tarocchi possiamo scoprire un livello di comprensione che ci porta a percorrere le tappe di un viaggio cosmico. Ci sono due riferimenti al simbolismo dei Tarocchi in questa incisione, la più ovvia è La Morte(Arcano XIII) – associata al sentiero dell’Albero della Vita che collega la sephirahdi Netzach/Venere (Regno dell’Ego) alla sephirahdi Tiphereth/Sole (Regno dell’Anima).
Abbiamo già descritto gli altri due percorsi, che dall’Ego conducono al Regno dell’Anima, nella Terza e Quarta Porta. Questo è l’ultimo sentiero rimasto che conduce il viaggiatore a confrontarsi con l’acquoso Velo di Paroketh, la barriera illusoria che separa l’Ego dall’Anima. Il nome letterale ebraico di questo sentiero è Nun– che significa “pesce”. “La Morte” (Arcano XIII) è legata al segno d’acqua dello Scorpione e regola i processi alchemici di trasformazione, dissoluzione e putrefazione o “nigredo” della vecchia forma, liberando le energiee gli elementi contenuti che devono essere trasferiti in una nuova forma.
Il secondo riferimento ai Tarocchi riguarda il Dieci di Denari o Pentacoli degli Arcani Minori, chiamata “Ricchezza”. I pentacoli sono le vestigia dell’elemento ermetico della Terra. Numerati da uno a dieci sono anche chiamati “monete”, “scudi” o “dischi”. Dieci è il numero di completamento degli Arcani Minori in cui l’energia che è nata con l’Asso si è espressa nella sua massima estensione possibile. Una volta esaurita la forza dell’elemento, con la conseguente coagulazione, inizia il processo di trasformazione, liberando l’energia da trasporre in una nuova forma.
Netzach (Venere) è il Regno del Sentimento Inferiore e abbiamo già osservato un aspetto del suo potere nella sua interazione con la natura sessuale – nella Terza Porta – dove l’amore personale per un “amato” si tramuta in Amore dell’Anima. Questo riflette il ruolo di Venere nelle relazioni amorose – Venere governa la VII Casa astrologica ed il segno della Bilancia, simbolo del matrimonio e delle relazioni stabili. Ma Venere, così come il sovrano astrologico della II Casa e segno del Toro – simbolo delle risorse materiali – governa anche il desiderio e la capacità di attrarre ricchezza materiale ed è proprio questo l’aspetto contemplato nell’incisione della Quinta Porta.
Non c’è certamente nulla di sbagliato nel desiderare di possedere beni materiali sufficienti per sostenersi e garantirsi la propria sopravvivenza, ma la situazione riflessa in questa incisione è quella in cui l’uomo ha accumulato ricchezza ben oltre la sua necessità di spenderla.
Nell’incisione siglata “AT” la sabbia nella clessidra comincia a scorrere.
Nell’incisione siglata “LCF” la sabbia nella clessidra cessa di scorrere.
Coloro che hanno accumulato tanta ricchezza alla fine scoprono che c’è un punto in cui nessuna somma di denaro sarà mai “sufficiente” – perché una volta che si possiede più di quanto sia possibile spendere, ci si rende conto che ciò che resta sia solo denaro e beni materiali fini a sé stessi che semplicemente non saranno ‘mai abbastanza’ per riempire il vuoto che sentiamo ancora dilagare dentro di noi. Questo è il punto in cui la sabbia sedimenta nella parte inferiore della clessidra. L’anima incarnatasi è cioè totalmente immersa nei valori dell’ego e nel mondo della materialità nella massima espressione possibile. L’unica via da percorrere, a questo punto, è attraverso la “morte” del vecchio sistema di valori materialistici dell’ego e la nascita di un nuova prospettiva che tenda a riconoscere il valore delle conquiste spirituali e ad avvertire la “trazione” magnetica per ritornare consapevolmente nel Regno dell’Anima.
La ragione per cui la figura della Morte impugna un tridente invece della tradizionale falce è da rapportare in funzione al dio hindu Shiva, quella della trasformazione – che è già stata descritta in funzione del relativo ruolo dello Scorpione (Scorpio). La figura simbolica del Diavolo brandisce un “forcone” a forma di tridente, anche se nessuno sembra avere molte informazioni sul “perché”, al di là del suo ovvio uso come arma con cui tormentare i “peccatori”. Ma il simbolismo del dio Nettuno che brandisce il tridente può far luce su questo. Il dio romano Nettuno comandava il regno dell’acqua – che simbolicamente rappresenta il regno delle emozioni. Tuttavia non è associabile ai piccoli specchi d’acqua – che semmai potrebbero essere paragonati alla natura sentimentale dell’ego – maera il governatore della vasta distesa incontaminata degli oceani – ovvero il Regno trascendente del Sentimento Superiore in cui l’Anima non riconosce confini.
Il Nettuno astrologico rappresenta le energie spirituali ideali dell’Anima. Una volta compiuto il viaggio di ritorno che riconduce l’Ego all’Anima, si prende coscienza del mondo per come l’Anima lo percepisce e questo è l’unico contesto adeguato in cui le energie trascendenti di Nettuno si esprimono in modo del tutto positivo. Sotto il Velo di Paroketh, prima che l’Ego diventi coscientemente consapevole dell’Anima, l’ego crede di essere il maestro supremo e interpreta le visioni di Nettuno come se fossero destinate a se stesso. Questa è un’illusione che non reca altro che catastrofi. L’Anima sa di essere connessa a tutte le altre anime e, consapevole di questo, percepisce tutti gli altri esseri umani come spiritualità eguali. L’Ego, intravedendo la visione nettuniana, crede di essere separato e diviso da tutti gli altri sé, si appropria del messaggio divino come se si applicasse unicamente a sé stesso, così come lo si evince in Balkan:
“Solo io ho afferrato il suo segreto, solo io ho penetrato il grande piano del Maestro, solo io sono degno di godere dei frutti di questa scoperta: il potere assoluto di determinare il mio destino… Prenderò la strada che conduce all’eguaglianza con Dio… Sono invulnerabile! Sì, invincibile! Posso fluttuare nell’aria, posso camminare nell’acqua! Immergo le mani nelle fiamme – non avverto calore. È miracoloso! Non sento niente, niente ed è tutto!”.
(Boris Balkan)
Il film ci ha mostrato fin troppo bene quanto questa delusione si sia rivelata enorme per lui. Qui Balkan dimostra ciò che è noto come “orgoglio satanista” –ovvero la visione nettuniana dell’anima, sovvertita per asservire gli istinti inferiori e il potere della Mente e dell’Ego inferiori. La figura simbolica del diavolo –dal punto di vista gnostico-cristiano – rappresenta l’umanità non evoluta e degradata, è solitamente rossa – il colore vibratorio della più bassa energia umana, quella degli istinti animali. Ha zoccoli, corna e una coda e si aggrappa al tridente di Nettuno, ma non essendo nemmeno completamente umana nel suo sviluppo, non permette a questa energia trascendentale di trascinarla – lungol’’Albero – nella direzione della piena umanità e unione con l’Anima. Si illude invece che i poteri di Nettuno siano i propri, tenta di usarli per soddisfare i suoi appetiti animali e la sete istintiva di potere. Solo l’esperienza ripetuta della disillusione e delle catastrofiche conseguenze, può rompere l’incantesimo negativo nettuniano e convincere un umano “diabolico” che non si può “raggiungere l’uguaglianza con Dio”, né diventarne la sua controparte.
Vediamo per la prima volta l’incisione della Quinta Porta nell’occasione in cui Corso consegna il libro a Bernie, chiedendogli di nasconderlo per lui. L’appartamento di Corso era stato appena saccheggiato, mentre lui si trovava ancora nella biblioteca dove aveva appena incontrato la stessa misteriosa ragazza che aveva già intravisto alla conferenza di Balkan. A quel punto Corso non era ancora sicuro di chi fosse sulle tracce del libro di Balkan, ma gli era chiaro che qualcuno lo stesse cercando. Bernie rimase colpito nel vedere il famigerato libro, il di cui valore stimò in “un milione di dollari” e mentre lo sfogliava vedemmo il frontespizio, l’incisione della Quinta Porta – dell’uomo che contava il suo oro con la Morte in agguato alle sue spalle – ed infine l’Impiccato della Sesta Porta.
Abbiamo parlato della transizione dal Sentimento Inferiore al Sentimento Superiore quando abbiamo discusso a proposito della Seconda Porta, ma la reazione di Corso alla morte di Bernie delineò la prima volta in cui il suo sistema di valori precedentemente dominante – basato sull’ego e sul Sentimento Inferiore, centrato sul profitto – fu messo in discussione dallo shock per una perdita personale. Quando Corso uscì dalla libreria, dopo aver trovato Bernie appesoa testa in giù, era grandemente scosso a tal punto da telefonare a Balkan per dirgli che avrebbe “mollato tutto” e restituitogli il libro. Solo quando Balkan gli disse di “aggiungere un altro zero alla sua parcella”, l’incentivo economico fu talmente sbalorditivo da costringerlo a fargli cambiare idea.
Per tornare alla Quinta Porta e comprendere il significato intrinseco dell’incisione siglata “LCF”, solo l’individuo stesso può sapere quando le sabbie di soddisfazione del materialismo possano ritenersi completamente esaurite. In quel momento smetterà di vedere riflesso in lui, nella barriera acquosa di Paroketh, la visione del suo continuo desiderio di ricchezze e beni materiali che servono solo a nutrire la vanità del suo ego. Una volta che non è più dominato dai desideri illusori dell’ego che – rispetto all’Albero – lo attirano verso il basso, è libero di sentirsi ispirato dalla vera visione di Nettuno. Può quindi dirigere la stessa tenace volontà, che una volta era devota agli obiettivi materiali, verso il raggiungimento degli obiettivi spirituali, finché l’Amore dell’Anima alla fine lo trascini “verso l’alto” nell’unione tra Ego e Anima nel punto Centrale dell’Equilibrio – la sephirah di Tiphereth.
La motivazione di Corso comincerà a provare disinteresse dalla prospettiva meramente economica quando creerà un’intesa di reciproca collaborazione con la ragazza. Il denaro diventerà talmente irrilevante per lui al punto da disinteressarsi dell’assegno non ancora ricevuto per il suo incarico. Quando si ritroverà all’interno del castello e punterà la pistola in direzione di Balkan, l’unico scopo che avrà sarà quello di portargli via le incisioni. Come Balkan intuirà, Corso non sarà in grado di usare una pistola a sangue freddo (avendo sviluppato una sensibilità di Sentimento Superiore molto potente) e alla fine sarà in grado di sparare a Balkan solo come atto di compassione – quando lo vedrà tribolare tra le fiamme.
Per quelli come Balkan che sono ancora estasiati dall’illusione che il potere ed i beni materiali possano fornire la massima soddisfazione personale, così come rappresentato nella versione “AT” – in cui la sabbia deve ancora cominciare a scorrere all’interno della clessidra e la morte/trasformazione dell’Ego e della Mente Inferiore che conduce alla definitiva unione con l’Anima – dovrà attendere che questo incantesimo nettuniano nefasto, illusore dell’ego, venga definitivamente spezzato.
Opportunamente, nella frase latina assegnata alla Quinta Porta, la parola “frustra” può anche essere tradotta come “inganno”. La natura della grande trasformazione che il viaggiatore sta per subire, dal Regno dell’Io al Regno dell’Anima, sarà il soggetto della SESTA PORTA…
* *
*
FONTI E APPROFONDIMENTI BIBLIOGRAFICI:
- Arturo Pérez-Reverte, “Il club Dumas”, Rizzoli, 2014;
- Claudio Marucchi, “I Tarocchi e l’Albero della Vita”, Psiche 2, 2010;
- Francesco Colonna, “Hypnerotomachia Poliphili”, Adelphi, 2004;
- Johann-Valentin Andreae, “Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz”, SE, 2014;
- Johannes Fabricius, “L’alchimia. L’arte regia nel simbolismo medievale”, Ed. Mediterranee, 1997;
- Oswald Wirth, “I Tarocchi”, Edizioni Mediterranee, 1983;
- René Guénon, “Simboli della Scienza sacra”, Adelphi, 1990.
A cura di Frank Tudisco