Le “Cantiche alla Musa” di Luca Valentini – Ester Monachino
Più che ventisette “Cantiche alla Musa” (volume inserito nella collana “Orfeo” della Casa Libraria Edit@ di Taranto), oserei dire unico fiato poematico all’Amore di cui Luca Valentini fa dono al lettore con questi splendidi versi esoterici. La versificazione, di quieta compostezza, prolifica su un basalto mitologico rendendoci, come su antiche pagine-foglie oracolari, i sacri segni per un iter interiore evolutivo verso l’Uomo Integro.
Come acutamente sottolinea nell’Introduzione Julianus “il testo è stato ispirato dal connubio fra Amore e Lotta; un’azione che si consuma… in una dimensione onirica e sacrale”, terribilmente umana, azione calata fin nel sangue e nelle ossa e che la rende solenne perché vivente. Ogni segno scritto non è, pertanto, rappresentativo ma reale, di chiaro connubio e aderenza al vissuto. Ogni composizione racchiude in sé un rito esoterico, sacro: gli arcani segni ci sono tutti e si intrecciano con le leggi profonde della tradizione alchemica ed esoterica.
Il poeta Valentini predilige, e ben incastonati, topoi antichi che assurgono a gemme preziose nel contesto delle composizioni poetiche. La Musa, la Dea, la Dama –-in ricchezza di suggestive e dinamiche rappresentazioni- non sono soltanto un alter ego ma il profondo Sé da raggiungere, in apoteosi di conoscenza, e inglobare nell’inscindibile compimento come ben leggiamo, a pag. 21: “in quella sacra tensione dell’amplesso,/ come succo arcano, come cibo, come profumo/ di uomo e donna,/ come gusto di morte e di vita,/…/ risorgono l’Androgino ed il Sacro Amore”.
In questa dimensione, più che un congiungimento degli opposti, si assiste ad una unificazione spirituale, fiamma nella fiamma, luce nella luce, solarità follemente amorosa (vedi pag. 38 e 16), fuoco che non consuma ma che arde semprevivo nell’Amore; locus arcano in cui solo gli amanti possono accedere e vi hanno cittadinanza (pag. 27). A pag. 44, Luca suggerisce al lettore di non fermarsi sulla “Soglia” del verso, “va oltre te stesso”: nell’oltre è il “Potere di visione”, quella forza verginea propria dell’unicorno che scrive con forza d’inchiostro indelebile sulle pagine della Vita.
Così, ciò che è a fondamento essenziale, trova manifestazione visibile e l’istante “suona, danza e canta” (pag. 37), costellazione di anime danzanti.
Ester Monachino,
ha conseguito la laurea in Filosofia e Pedagogia presso l’Università degli Studi di Catania. Insegnante, è inserita in diverse antologie poetiche e volumi d’arte; ha curato la prefazione di diversi volumi in prosa e poesia; opera attivamente nell’ambito culturale.