Una russa a Montparnasse: biografia intellettuale di Maria De Naglowska – 1^ parte – Francesco Innella
Introduzione
Maria De Naglowska: autonomia e consapevolezza magico-sessuale della donna
Avventurarsi nel mistero di vita d’una donna, esoterista e libertina, dalla personalità magnetica, vissuta peregrina a cavallo tra il XIX e XX secolo tra Russia, Europa, Alessandria d’Egitto, alla ricerca di una intensa e generatrice femminilità, dell’affermazione di un femminismo intriso di mistero e di esoterismo, che potesse essere rivelatorio dell’occulto, non è cosa da poco. Certo, occorre essere aperti all’ascolto. Francesco Innella, attraverso una prosa limpida e forte d’un sentire profondo, affronta meravigliosamente le varie tappe di vita di questa donna di San Pietroburgo che pagò a caro prezzo le sue idee radicali, libertarie e l’intelligenza acuta e tenace, sopportando una vita di esilii e difficoltà, lei, di famiglia aristocratica, accusata di satanismo e, probabilmente vittima di una fine da deportata. Dotata di un grande potere fascinatorio, Maria De Naglowska ha attaccato con coraggiosa determinazione le convinzioni del suo tempo su argomenti quali sessualità e femminismo, sia in rapporto col magico che con l’esoterico, dando vita ad una dottrina dalle tematiche tutt’altro che semplici, tutte protese al possibile conseguimento di una autonomia magico sessuale della donna, dimostrando la necessarietà della donna per lo sviluppo ideologico dell’uomo, per la sua virilità spirituale e avvicinandosi al culto della Madre-Dio, la Grande Madre. Il perseguimento dell’illuminazione avviene mediante la magia sessuale, il magnetismo sessuale, che permette il superamento dei limiti della coscienza individuale e che è generato attraverso rituali ricchi di simbologie. Francesco Innella non giudica, racconta, illumina la coscienza del lettore. E lo fa in modo talmente naturale e profondo, che il lettore stesso arriva a nutrire per la donna russa sentimenti davvero forti, anche contrastanti, mai però banali o convenzionali.
Muovendosi con maestria e sapienza nel femminismo esoterico di Maria De Naglowska, egli rivela un universo di comportamenti e simbolismi che permettono di comprendere che accettare tendenze contrapposte può essere fondamentale per poter rianimare l’equilibrio, l’armonia del mondo e del sé. Grandi menti del passato hanno cercato di comunicare che il vero è altrove, che la vera esperienza, quella rivelatoria, va al di là del piano fisico, così, rivela Innella, ha fatto anche questa giovane donna russa, sacrificandosi sull’altare della conoscenza, affrontando una vita difficile, soffrendo, esponendosi nel più intimo sentire per comunicare, nel suo ruolo provocatorio di sacerdotessa dell’amore magico/rivelatorio, l’importanza d’essere donna ed essere, in virtù di questo, depositaria di un sapere dell’oltre. Infine, vorrei rimarcare l’alto messaggio che Francesco Innella offre attraverso questo saggio: smettiamo di vedere il male dove non c’è e apriamoci all’ascolto, alla voce profonda che indica la via.
Gaia Ortino Moreschini
Premessa
Il femminismo magico di Maria De Naglowska
Maria De Naglowska ( 1883 – 1936 ) ebbe una certa popolarità nella Parigi degli anni 30. Esoterista, libertina dopo aver attraversato mezza Europa si trasferì in Francia, da Alessandria d’Egitto. Visse nel quartiere di Montparnasse, la sede degli artisti e dei filosofi. In due locali pubblici: la Coupole e la Rotonde diede lezioni di occultismo.Tradusse il testo di Pascal Randolph: “ La magia sessuale “ e fondò una rivista, “La Freccia, organo di azione magica”. Seguace della gnosi, si adoperò per attuare l’avvento del Regno della Madre che espose nel suo testo dal titolo: “Dottrina del Terzo Termine della Trinità”. Il suo fu un femminismo magico, lei era convinta che il futuro della società sarebbe stato assicurato dalla donna, che doveva essere liberata da 5000 anni di patriarcato. Come ha scritto Alexsandrian: “ Maria De Naglowska ha attaccato le convenzioni che paralizzano la destinazione occulta della donna.
Capitolo I
Una giovane aristocratica nella Russia dei progrom
Maria De Naglowska, nacque a San Pietroburgo il 15 agosto 1883. Figlia del generale De Naglowski e di Caterina Kamaroff. Il padre partecipò alla guerra russo – turca degli anni 1875 -1876, insieme al generale Gurco (1). Dopo la vittoriosa campagna contro i turchi ottenne il governatorato della provincia di Kazan (2). Misterioso fu l’assassinio del padre da parte di un nichilista, che lo avvelenò, durante una partita a scacchi. Il termine nichilismo, che secondo alcuni storici veniva utilizzato per indicare gli eretici cristiani fu usato per la prima volta dallo lo scrittore russo Turgenev nel suo romanzo “ Padri e figli “ che definì nichilista il modo di pensare del protagonista, che era in conflitto con i valori ed i principi del padre.” Anche in Dostoewskij si possono definire nichilisti i romanzi “ Delitto e castigo “ del 1863, “ I Demoni “ del 1873 ed“ I fratelli Karamazov” del 1879. Ma la diffusione del termine nella Russia ottocentesca avvenne per opera dell’anarchico Bakunin e ci fu lo spostamento del significato dal suo ambito filosofico e letterario a quello propriamente politico e sociale. Il nichilista era un libero pensatore che demoliva ogni presupposto, ogni pregiudizio e ogni condizione dei valori tradizionali. I nichilisti russi esaltavano il senso della loro individualità, negavano l’ordine costituito,attaccando i valori della religione, della metafisica e della estetica tradizionale. Un vero e proprio manifesto del movimento fu il romanzo di Cernysevskj, “ Che fare”. E la gioventù russa si infiammò dell’opera “ Catechismo di un rivoluzionario” di Necaev. Dopo la morte della madre,avvenuta nel 1895, l’educazione di Maria fu affidata ad una sua zia che la iscrisse al prestigioso Istituto Smolny che fu fondato da Caterina II come scuola per le ragazze di Russia. E fu anche chiamato il collegio delle donzelle aristocratiche.
Maria si distinse per la sua personalità magnetica e uno spiccato senso dell’onore e della dignità, rivelando buone attitudini al comando e allo stesso tempo, un carattere caldo e sensibile. La fanciulla sentiva l’esigenza di espandere la sua personalità, in tutti i campi delle relazioni umane. La scuola nell’impero zarista non era florida, se non in alcuni grandi centri urbani, altrove regnava incontrastato l’analfabetismo. Uomini di pensiero e politici, che si erano proposti di creare una nuova pedagogia, intrapresero viaggi in Svizzera e riportarono in Russia le innovazioni pedagogiche del paese elvetico. Le ragazze appartenenti alla classi aristocratiche, dovevano imparare a leggere e scrivere, ma anche ad usare il fuso, a tendere il filo a fare ogni cosa con regolarità e pulizia. Veniva impartita una severa educazione religiosa, secondo il dettame della chiesa ortodossa. La finalità dell’educazione russa era quella di formare giovinette che avessero una tranquilla e laboriosa vita professionale. Maria fini con successo i suoi studi allo Smolny Intanto il 6 novembre del 1904 gli “zemstvo” a San Pietroburgo, avanzavano delle richieste di riforme allo Zar Nicola II, che accolse parzialmente una bozza di riforma della Costituzione. Questa base di fermenti fece da sfondo alla successiva fiamma rivoluzionaria che in seguito si sarebbe propagata, dopo gli eventi del 22 gennaio 1905, quando una marcia pacifica di 100.000 mila manifestanti, che era guidata dal Pope Gapon, si diresse al palazzo d’inverno a portare una supplica allo zar. I dimostranti furono oggetti di una feroce repressione, che ebbe come risultato circa 150 morti. La “domenica di sangue” così come fu definita ebbe l’effetto di moltiplicare in tutta la Russia gli scioperi ed i disordini. Si costituirono i soviet, che diedero vita ad una escalation di turbolenze e atti terroristici, che si inasprirono alla notizia della sconfitta della flotta russa a Tsushima, nel corso del conflitto con il Giappone .Ma in quel periodo non si verificarono comunque sollevazioni armate, ne rivolte dell’esercito, tranne l’ammutinamento della corazzata Potemkin, che avvenne il 14 giugno a Sebastopoli. Dopo la rivoluzione del 1905, Maria De Naglowska, divenne una assidua frequentatrice dei salotti bohemien della sua città, dove si riunivano pittori, scrittori e musicisti e in questi circoli conobbe e si innamorò follemente del violoncellista ebreo Hopenko, che decise di sposare ed il matrimonio fu mal visto dai suoi parenti, in quando lei era una aristocratica di religione ortodossa e lui un ebreo per questo motivo dovettero lasciare la Russia e partire prima per Berlino e poi per Ginevra, dove si sposarono.
Ma ciò che influenzò negativamente il rapporto tra Maria De Naglowska ed il marito fu il clima antisemita della Russia zarista. Gli ebrei erano giunti nell’impero russo verso la fine del secolo XVIII, a seguito della suddivisione del Regno di Polonia – Lituania e alla conquista del regno tartaro di Crimea. Già agli inizi del XX secolo, gli ebrei dovevano risiedere in maniera forzata nel cosiddetto “ recinto di insediamento ebraico”, che si estendeva da Vilnius a Minsk, fino a lambire le coste del Mar Nero. I cinque milioni di ebrei che si erano insediati in quell’area erano di lingua yiddish. Ad alcuni ebrei fu concesso il privilegio di potersi recare fuori dal recinto per scopi commerciali. Ma nel 1905, dopo una lunga coesistenza pacifica, il fatto che alcuni attentatori di Alessandro II fossero ebrei scatenò una serie di feroci persecuzioni contro di loro. Infatti, il termine russo “pogrom”, letteralmente devastazione, acquisì il suo significato definitivo e ci fu il massacro sanguinoso degli ebrei di Kishinev.Alcuni volantini identificarono gli ebrei con i rivoluzionari marxisti. Maria de Naglowska, ormai esule a Ginevra, insegnava agli emigrati russi, mentre suo marito dava concerti di violoncello. Nacquero i figli Alessandro e Maria, che furono educati secondo la tradizione ebraica. La Naglowska tornò d più volte in patria, e tentò in vano di conciliarsi con la propria famiglia. Il marito partì per la Palestina e la loro relazione ebbe fine. Ci fu la nascita del terzo figlio Andrea. La Naglowska cominciò a proporre le sue idee libertarie sulla stampa svizzera e fu espulsa. Il figlio più grande era partito per la Palestina con il padre, gli altri due furono affidati alla pubblica beneficenza e la donna russa partì per Roma nel 1920.
Note:
1 – Generale russo ( 1828 -1901 ) che si distinse nella guerra russo – turca. Sconfisse Cevet Pascià e battè Sulaiman Pascià, giungendo in vista di Costantinopoli che non occupò per divieto dello Zar. Dopo la guerra fu governatore di Pietroburgo, Varsavia .
2 – Porto della Russia a sinistra del Volga. Capitale del regno omonimo dal 1440 al 1552 fu conquistata da Ivan il terribile e distrutta da Pungacev nel 1174 e dopo ricostruita da Caterina II.
Francesco Innella